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Adesso Elon Musk si è messo a twittare meme di Hitler

18 Febbraio 2022

Sono giorni che in Canada non si parla di altro che delle proteste dei camionisti contro l’obbligo vaccinale imposto dal governo di Justin Trudeau. Dal 28 gennaio Ottawa è “bloccata” dalle manifestazioni contro l’obbligo di vaccinazione stabilito per i camionisti che vengono dagli Stati Uniti e che attraversano il Canada. C’è da dire che con il passare delle settimane e attraverso diverse inchieste dei giornali (per esempio quella del New York Times) si è capito che i camionisti si sono limitati a cominciarla, la protesta: adesso, le decisioni le prendono estremisti di destra e separatisti/indipendentisti che detestano il governo Trudeau. Ora la protesta può contare anche su un illustre, famosissimo e ricchissimo sostenitore: Elon Musk.

Cosa c’entra Elon Musk con i camionisti canadesi e le decisioni del governo Trudeau, ci si chiederà. Nulla, è la risposta: ma quando mai questo ha impedito a Musk di twittare la sua opinione su questo o quel fatto, questo o quel personaggio? Stavolta il Ceo di Tesla ha dato di matto in seguito a un invito di Trudeau rivolto alle istituzioni finanziarie canadesi: aiutateci a tagliare i fondi che sostengono al protesta, ha detto il Primo Ministro. Musk non l’ha presa bene: nella notte di mercoledì ha postato un “meme” in cui si vede una fotografia di Adolf Hitler con un testo che dice: «Smettetela di paragonarmi a Justin Trudeau. Io avevo un budget». Ovviamente, subito dopo è partita la shitstorm: il Ministro dell’Industria canadese, Francois-Philippe Champagne, ha scritto su Twitter che quanto fatto da Musk era «oggettivamente sconvolgente». Nel frattempo Musk ha già cancellato il tweet e rifiutato tutte le richieste di commento dei giornalisti.

C’è da star certi che Musk interpreterà questo ennesimo incidente social come la conferma di alcune sue strampalate teorie: l’uomo più ricco del mondo negli scorsi giorni, infatti, ha affermato di essere “perseguitato” dalla U.S. Securities and Exchange Commission a causa delle sue critiche nei confronti del governo degli Stati Uniti.

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