Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
In Australia costruiranno una scatola nera per registrare la fine del mondo
Che la civiltà umana stia andando verso l’estinzione pare ormai una certezza acquisita. C’è chi ritiene futili gli sforzi per uscire dalla pandemia e salvarci dalla catastrofe climatica: tanto vale fare una cronaca precisa e dettagliata della nostra distruzione e lasciare tutto a chi verrà dopo, nella speranza che i prossimi abitanti della Terra traggano dai nostri errori gli insegnamenti necessari. Sembra un’esagerazione ma c’è chi la pensa davvero così: in Australia, ad esempio, dove all’inizio dell’anno nuovo costruiranno la Earth Black Box, la scatola nera che registrerà la fine dell’Antropocene.
Secondo quanto riportato da Australian Broadcasting Corporation (ABC), questa scatola nera somiglierà, almeno nelle dimensioni, al monolite di 2001: Odissea nello spazio: sarà grande quanto un autobus. Il funzionamento è identico a quello delle scatole nere vere e proprie, quelle che si trovano in tutti gli aerei: il monolite registrerà dati, un’infinità di informazioni provenienti da ogni parte del mondo, in ogni momento. Queste informazioni si dividono fondamentalmente in due categorie: nella prima rientrano le misurazioni delle temperature della terra e del mare, dell’acidificazione degli oceani, dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera, delle specie estinte e in estinzione e dei cambiamenti nello sfruttamento della terra; nella seconda categoria rientrano le “informazioni contestuali”, cioè titoli di giornali, post sui social media ed i principali fatti avvenuti durante eventi come la Cop26.
Il monolite sarà costruito in una regione remota della Tasmania, sarà alimentato a energia solare e dotato di batterie di riserva. Ovviamente la scatola nera potrà accedere a Internet. È stata costruita utilizzando acciaio e granito: nelle intenzioni il monolite deve essere indistruttibile, il suo lavoro si interromperà solo tra cinquant’anni, quando la sua “memoria” si sarà riempita. «L’idea è questa: se davvero la Terra dovesse finire a causa della crisi climatica, questo dispositivo resterà e sarà a disposizione di chiunque verrà dopo di noi, per aiutarli a imparare», ha detto Jim Curtis, co-creatore del progetto. Ma la Earth Black Box esiste anche per un’altra ragione, politica: «Serve per ricordare ai nostri leader le loro responsabilità, per assicurarci che le loro decisioni o indecisioni vengano registrate». Curtis lavora per l’azienda di comunicazione Clemenger BBDO, che sta costruendo il monolite con l’aiuto dell’Università della Tasmania e del collettivo artistico Glue Society.
In questo momento il monolite sta già registrando, anche se l’inaugurazione ufficiale sarà nel 2022. I creatori del progetto hanno detto che tutti quelli che vorranno vedere i dati raccolti dalla scatola nera potranno farlo online, dopo il lancio del progetto. I turisti che andranno a vedere il monolite dal vivo, infine, potranno collegare a esso i loro dispositivi, via wireless, anche se ancora non è stato spiegato perché dovrebbero farlo.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.