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Yorgos Lanthimos ha diretto il nuovo video di Jerskin Fendrix con protagonista Emma Stone La star è la protagonista del bizzarro video Beth’s Farm, che anticipa il secondo album del musicista e collaboratore di Lanthimos. 
Anche il Regno Unito accelera sul riconoscimento della Palestina come Stato  La mossa del presidente francese Macron sembra aver innescato un cambiamento di rotta senza precedenti nel Vecchio continente.
È morta a 101 anni la donna che diede il nome all’hula hoop Joan Anderson scoprì il gioco in Australia e ne coniò il nome, ma il suo contributo venne riconosciuto solo cinquanta anni dopo.
Starbucks chiuderà i punti vendita automatizzati perché mancano di “calore umano” Le vendite dei caffè da ordinare con l'app e da ritirare senza potersi sedere non sono andate bene.
Il debutto di Dario Vitale da Versace non sarà una sfilata ma uno show "intimo" In un'esclusiva su Wwd, il brand ha annunciato che la prima collezione del nuovo Direttore creativo «renderà omaggio al passato e guarderà al futuro».
La popolarità delle bevande a base di matcha ha prosciugato le riserve mondiali La matcha mania mette in seria difficoltà i produttori giapponesi, mentre la preziosa polvere verde viene spesso usata in modo improprio. 
A Milano è stato demolito il Padiglione dell’Agricoltura di Ignazio Gardella Era del 1961, parte dell'ex Fiera Campionaria: al suo posto costruiranno la nuova sede Rai.
In Cina la produzione dei Labubu contraffatti è diventata un business pericoloso Dopo la stretta governativa su falsi, i produttori di Lafufu hanno creato un mercato clandestino, coinvolgendo insospettabili pensionate. 

È morto l’artista francese Christian Boltanski

15 Luglio 2021

Ci sono almeno due motivi per cui Christian Boltanski, scomparso a Parigi a 76 anni nella notte del 14 luglio, è stato definito l’artista o l’artigiano della memoria. Il primo risiede nella creazione dei “Les Archives du Coeur”, gli archivi del cuore che Boltanski ha istallato su un’isola chiamata Teshima, nel mare interno del Giappone, in un polo museale che ha origine su un’altra vicina isola, a Naoshima, dove di fronte al mare della spiaggia di Ojigahama Boltanski è possibile mettersi le cuffie e ascoltare il battito cardiaco delle persone registrato per anni, dal 2008, in vari posti del mondo, catalogando scrupolosamente ogni suono effimero e piccolissimo e rendendolo eterno. Il secondo ha a che fare con la sua storia, segnata dall’orrore della Shoah.

Nato a Parigi il 6 settembre 1944, con l’Europa ancora segnata dalla guerra, da padre medico ebreo di origini russe e ucraine (passò il periodo dell’Occupazione nazista in un nascondiglio ricavato nell’appartamento di famiglia) e madre scrittrice di religione cattolica, Boltanski divenne uno dei maggiori artisti francesi contemporanei dopo aver sperimentato, da autodidatta, la pittura, la fotografia, e il cinema con il cortometraggio La vie impossible (1968). La sua, come ricorda anche ArtNews è stata un’arte fatta di combinazione e assemblaggi, attraverso l’uso e l’accumulo di materiali e oggetti diversi e, soprattutto, di stracci e fotografie.

Tra le opere più note, quella realizzata nel 1989 dal titolo “Autel Lycéè Chases”, composta da 38 scatole di biscotti in latta arrugginita e otto lampade collegate da cavi neri e sottili, poi otto riproduzioni fotografiche su lastre di vetro di diverso formato con cui in occasione del Giorno della Memoria (lo scorso 27 gennaio) aveva eretto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (l’opera era in prestito dal Mart di Rovereto) il suo omaggio all’importanza della memoria. Tra le ultime, invece, l’istallazione del 2007 al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna che circonda i resti del DC9 abbattuto il 27 giugno 1980. In quell’occasione, Boltanski aveva rimesso insieme 2 mila frammenti con 81 specchi, 81 voci registrate e 81 lampadine che provano (con un crescere e diminuire d’intensità) a restituire alle 81 vittime un ultimo momento di vita.

Alle opere degli anni Settanta (“Vitrines de référence”, “Boîtes de biscuits”, “Tiroirs”, “L’album de photographies de la famille D. 1939-1964”) fecero seguito installazioni volte a diventare testimonianze di esistenze passate, di assenze e di tracce, come anche “Animitas”, l’installazione che si trova nel giardino del Noguchi Museum di New York dove 180 piccole campane di bronzo e acciaio trasmettono ai visitatori «la musica delle anime perdute», proprio come “Les Archives du coeur”.

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