Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
A 35 anni dal disastro, Chernobyl chiede di entrare a far parte del patrimonio Unesco
Oggi, 35 anni fa, da un reattore nucleare nella città ucraina di Chernobyl fuoriuscì una nuvola di materiale radioattivo che contaminò tutta la città e le aree vicine, e che causò quello che è ancora considerato il disastro più grave della storia del nucleare. Da allora, nessuno entra più nella zona attorno alla centrale ucraina (definita “zona di alienazione”), ma oggi la città di Chernobyl vuole ripartire cercando di attrarre a sé orde di turisti. Non solo. Perché come riporta il Guardian, la città ucraina starebbe iniziando a preparare le scartoffie burocratiche per entrare a fare parte del patrimonio dell’Unesco.
«Crediamo che inserire Chernobyl nella lista dei patrimoni Unesco sia un primo e importante passo verso la trasformazione di questo grande posto in un luogo d’interesse per l’intera umanità», spiega Oleksandr Tkachenko, ministro della Cultura ucraino. La zona d’alienazione riguarda un raggio di 30 chilometri (dove tutto è ancora abbandonato e distrutto), e il ministro starebbe cercando in tutti i modi di comprenderlo nella proprietà Unesco, sostenendo che «l’importanza della zona di Chernobyl si estende oltre i confini ucraini… non si tratta solo di commemorazione, ma anche di storia e dei diritti delle persone». Prima di poter entrare a far parte del patrimonio Unesco, il luogo che desideri proporre la propria candidatura deve essere qualificato come patrimonio culturale e storico nazionale. Stano a quanto riferisce Tkachenko, il ministero si starebbe quindi adoperando per portare a compimento questa prima fase, «anche perché nelle vicinanze vi è un radar militare sovietico degli anni ’70, oggetto di rilevanza storica».

Village club, Hubyn, coutesy of Literary Hub
Ma diventare patrimonio dell’Unesco è solo uno dei tentativi di far riemergere Chernobyl. Literature Hub ha raccontato un’altra iniziativa, dal nome “Chillnobyl”: si tratta di un collettivo che dal 2019 cerca di organizzare rave party nelle zone abbandonate attorno alla centrale nucleare. Qualche settimana fa se n’è tenuto uno proprio a Chernobyl, descritto dal sito come «un momento in cui giovani ucraini con i dread e attrezzatura da rave colorata bevono birre e condividono dei tiri di canna». Il Guardian dice che nel 2019 il numero di turisti è cresciuto tantissimo: ben 120 mila persone avrebbero visitato l’area, che molti hanno scoperto essere accessibile grazie alla serie di HBO Chernobyl. Con la candidatura a patrimonio Unesco, Tkachenko spera che il numero si alzi ancora di più.

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