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05:17 venerdì 2 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Chimamanda Ngozi Adichie ha recensito l’autobiografia di Obama

13 Novembre 2020

«Barack Obama è uno scrittore eccellente», lo scrive Chimamanda Ngozi Adichie sul New York Times, recensendo l’autobiografia dell’ex presidente degli Stati Uniti, A promised Land, che in Italia arriverà il 17 novembre, per Garzanti. Non si tratterebbe solo di un libro di memorie – come ci si aspetta – ma di una lettura piacevole, quasi romanzesca, «con una prosa splendida in alcuni punti, con dettagli vividi impressionanti». Secondo la scrittrice nigeriana autrice di L’ibisco viola, lo stile di Obama sarebbe «leggero e sicuro», come se fosse abituato a fare lo scrittore da sempre.

«Il suo obiettivo è più politico che personale, certo, ma quando scrive della sua famiglia è di una bellezza tale che ti fa provare nostalgia. C’è la figlia Malia, con lui che le infila la sua prima calzamaglia da balletto. La risata della piccola Sasha mentre lui le mordicchia i piedi. Il respiro di Michelle che rallenta quando si addormenta contro la sua spalla». La scrittura di Obama, secondo l’autrice, avrebbe qualcosa di estremamente tradizionale, con i tropi tipici dell’autobiografia, ma nonostante questo si distanzia da tutte quelle che potremmo assimilare alla sua, come le autobiografie di personaggi dello spettacolo e politici, «è leggerissima ed elegante. Per dirla come un membro dello staff della sua campagna come senatore per l’Illinois, l’immagine è quella di un tiro di sigaretta, quando si manda il fumo in alto, con un soffio sottilissimo verso il soffitto». E poi c’è la tensione, l’incontro con i rappresentati della Cina durante un vertice per il clima «che assomiglia a un pezzo di narrativa noir».

«Il suo linguaggio ha una ricchezza immaginativa incredibile. C’è un romanticismo, una corrente quasi malinconica nella sua visione letteraria in grado di delineare vere fotografie», come quando racconta di Oslo, guarda fuori per vedere una folla di persone che sorreggono le candele tremolanti nel buio, e lui sente che questo lo commuove più della stessa cerimonia del Premio Nobel per la Pace che avrebbe ritirato dopo qualche ora. Non solo. Il libro sarebbe stato per Obama anche l’occasione di un’attenta autoanalisi, con una feroce autocritica: «Sia come politico che come uomo. Riconosce le sue mancanze come marito, piange i suoi errori e rimugina ancora sulla scelta delle parole durante le prime primarie democratiche». Oltre alla prosa, anche a livello contenutistico il libro sarebbe incredibile per alcune piccole ma interessantissime rivelazioni, come la storia della nascita del motto “Yes we can”: «Era un’idea che Obama considerava banale, fino a quando Michelle non ha detto “e invece potrebbe funzionare proprio per questo, fidati di me”».

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