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21:41 mercoledì 20 agosto 2025
I Paesi africani chiedono (per l’ennesima volta) di cambiare la mappa del mondo perché in quella attuale l’Africa è troppo piccola Le 55 nazioni dell'Unione africana vogliono cestinare la mappa di Mercatore, vecchia di secoli, e sostituirla con una più moderna e realistica.
Uno dei tormentoni dell’estate giapponese è un canzone generata con l’AI e basata su un meme “Yaju & U” è la prima canzone interamente, esplicitamente fatta con l'AI a raggiungere un tale successo. Facile prevedere che non sarà l'ultima.
In Repubblica Ceca una politica si è ritirata dalle elezioni perché accusata di aver assoldato un sicario per uccidere un cane Margita Balaštíková, però, nega tutto: non ha mai voluto uccidere il cane, solo rovinare la vita al padrone, il suo ex marito.
Il prossimo film di Danny Boyle sarà un biopic su Rupert Murdoch Si intitolerà Ink e, stando alle indiscrezioni, a interpretare Murdoch sarà Guy Pearce.
Se gruppi Facebook come “Mia Moglie”, in cui uomini pubblicano foto delle compagne senza il loro consenso, rimangono aperti è anche per colpa dell’AI Se ne sta parlando moltissimo dopo la denuncia della scrittrice Carolina Capria: il gruppo, a cui erano iscritti 32 mila uomini, è rimasto aperto e pubblico per 6 anni, sfuggendo a ogni moderazione.
In Lituana gli studenti delle elementari e delle medie impareranno a pilotare droni per essere pronti in caso di invasione russa Agli studenti verrà insegnato a costruire e pilotare droni per aumentare il potenziale difensivo in vista di un potenziale attacco russo.
Tarantino ha detto di aver cancellato The Movie Critic quando si è accorto che il critico cinematografico è il mestiere più noioso del mondo «Nessuno vuole vedere un film su un critico cinematografico», ha spiegato, ospite del podcast The Church of Tarantino.
Associated Press non pubblicherà più recensioni letterarie perché a leggerle sono rimasti in pochissimi E a organizzarle, programmarle, scriverle ed editarle ci vuole invece molto tempo e molta fatica, ha spiegato l'azienda.

Ci sono ancora due milioni di persone che ricevono i dvd di Netflix per posta

17 Settembre 2020

Su Wired Amit Katwala ha indagato sui motivi per cui tantissime persone ricevono ancora per posta i dvd di Netflix. Tra queste c’è anche Eric, che ha raccontato al giornalista la sua storia. Eric si è iscritto a Netflix intorno al 2005, per comodità: invece di andare alla filiale locale di Blockbuster per affittare un film, riceveva i dvd direttamente a casa. Nel 2007, Netflix ha consegnato il suo miliardesimo dvd, una copia di Babel, spedita a un cliente in Texas da uno dei suoi 42 centri di distribuzione nazionali in tutta l’America, che ha servito 6,3 milioni di abbonati. Ma il modello di business dell’azienda stava già iniziando a cambiare. Nel gennaio 2007, Netflix ha annunciato il lancio del suo servizio di streaming, che si è rapidamente trasformato in quello che conosciamo oggi.

Intanto Eric è cresciuto, ora ha 41 anni e continuava a ricevere dvd e Blu-ray per posta. «La selezione è molto più ampia rispetto al servizio di streaming», si giustifica lui, che utilizza anche Hulu, Amazon Prime e occasionalmente Disney+. «Lo streaming è fantastico se voglio sedermi sul divano e guardare qualcosa in questo momento. Ma se desidero guardare un film in particolare, potrei non riuscire a trovarlo sui servizi di streaming». E poi, anche se può sembrare incredibile per chi vive in città, c’è il problema della velocità di Internet: alcune parti rurali degli Stati Uniti hanno ancora una scarsa infrastruttura Internet e utilizzare lo streaming significa consumare immediatamente il limite mensile di dati.

Non è chiaro per quanto tempo Netflix manterrà operativo il suo servizio dvd. Nel 2011, ha provato a trasformarlo in un marchio separato (chiamato Qwikster), che avrebbe imposto agli abbonati di pagare separatamente per dvd e streaming. L’azienda è stata costretta a fare un’inversione di marcia dopo la protesta dei clienti: ha perso metà del valore delle azioni in due mesi e 800.000 abbonati. Nel dicembre 2019, il Ceo di Netflix Reed Hastings ha detto che non aveva fretta di sbarazzarsene e che l’avrebbe fatto durare almeno altri cinque anni.

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