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La storia di “Naked Athena” che ha mostrato la vulva durante le proteste di Portland
È diventata una delle immagini più ricondivise delle proteste per la morte di George Floyd, che non accennano a placarsi a Portland, in Oregon, dove Trump ha mandato le truppe dell’esercito scatenando l’indignazione dell’opinione pubblica. È l’immagine di una donna, nuda se non per un cappello e la mascherina, che sabato scorso si è seduta a gambe larghe di fronte a uno schieramento di agenti in tenuta antisommossa, intenti fino a quel momento a lanciare lacrimogeni sui manifestanti. Durante quel caos, la donna ha fatto alcuni passi di danza classica e si è seduta per terra, assumendo una posizione da yoga e affrontando i poliziotti prima che si ritirassero», racconta il Los Angeles Times. A un certo punto la donna, ribattezzata “Naked Athena”, si è rialzata per poi risedersi di nuovo: in tutto la sua apparizione è durata quindici minuti.
An iconic image has emerged in Portland of a woman wearing nothing but a mask and cap strode toward federal agents as they fired tear gas at protesters — a surreal image of human vulnerability in the face of an overpowering force. https://t.co/GgE8B1RGGJ
— Linda Hill (@bulldoghill) July 20, 2020
«Sembrava incredibilmente vulnerabile», ha detto Dave Killen, il fotografo che l’ha immortalata, al The Oregonian, «Sarebbe stato incredibilmente doloroso prendersi uno di quei proiettili [di gomma, ndr] senza indossare dei vestiti». L’immagine ha immediatamente riportato alla memoria altre occasioni storiche di manifestanti che hanno affrontato militari armati: dal ragazzo che nel 1967 affrontò i poliziotti in una protesta contro la guerra in Vietnam all’uomo solo di fronte ai carri armati di piazza Tienanmen nel giugno del 1989. Tuttavia, il gesto di Naked Athena richiama la pratica dell’anasyrma, che nell’antica Grecia stava per “sollevamento della gonna” e la conseguente esposizione della vagina o delle natiche durante riti religiosi o erotici. Un interessante thread su Twitter ha raccolto alcuni dei casi più celebri, dalla mitologia classica alle proteste delle donne in Africa.

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