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A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

È morto Germano Celant

29 Aprile 2020

È morto il 29 aprile a 80 anni Germano Celant (Genova, 1940), uno dei più importanti critici d’arte italiani, “l’inventore” dell’Arte Povera (anche se il termine “inventore” non gli piaceva: «Non ho inventato niente», diceva sempre). Celant aveva contratto il Covid-19 durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti ed è morto a causa delle complicazioni dovute al virus e al diabete. Da un mese era ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano.

Definendo il movimento dell’Arte Povera (prima con la celebre mostra alla Galleria La Bertesca di Genova, poi con i suoi scritti, come il fondamentale Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970) a partire dal 1964 accompagnò verso la fama internazionale artisti come Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali, “esportando” l’arte italiana in tutto il mondo. Nel 2016, Flash Art aveva ripubblicato “Arte Povera”, un testo uscito nel 1967 sul numero 5 della rivista: si può leggere qui. Nel 1977 iniziò a collaborare con il Guggenheim di New York, di cui è poi diventato curatore, organizzando mostre memorabili (qui, ad esempio, si può consulare il catalogo di Italian Metamorphosis 1943-1968, allestita prima al Guggenheim, nel 1994, poi alla Triennale di Milano). Nel 1997 Celant ha curato la 47esima Biennale d’Arte di Venezia dal titolo Future, Present, and Past.

Fotografia dall’archivio di Lia Rumma pubblicata su Flash Art: da sinistra, Tommaso Trini, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Filiberto Menna, Marcello Rumma. “Arte Povera + Azioni Povere,” Amalfi, Italia (1968)

Dal 1995 al 2014 Celant è stato Direttore artistico di Fondazione Prada e dal 2015 Soprintendente artistico e scientifico. Durante questi anni ha concepito e curato più di quaranta progetti espositivi, dalla personale di Michael Heizer nel 1996 alla retrospettiva dedicata a Jannis Kounellis nel 2019, un omaggio all’amico di una vita morto a Roma nel 2017.

Le parole dei Presidenti di Fondazione Prada, Patrizio Bertelli e Miuccia Prada: «Siamo molto addolorati per la perdita di un amico e compagno di viaggio. Germano Celant è stato una delle figure centrali di quel processo di apprendimento e ricerca che l’arte ha rappresentato per noi fin dall’inizio della fondazione. Le tante esperienze e gli intensi scambi che abbiamo condiviso con lui in questi anni hanno contribuito a farci ripensare il significato della cultura nel nostro presente. La curiosità intellettuale, il rispetto per il lavoro degli artisti, la serietà della sua pratica curatoriale sono insegnamenti che riteniamo essenziali per noi e le generazioni più giovani».

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