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La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.
Trump si è complimentato con il Presidente della Liberia per il suo inglese, non sapendo che in Liberia l’inglese è la prima lingua Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.

Su Instagram c’è un fiorente mercato di ossa umane, dice Wired

22 Agosto 2019

Su Wired Oscar Schwartz ha scritto un lungo e interessante articolo che esplora lo strano mondo del commercio di ossa umane su Instagram. Uno dei vari protagonisti del pezzo – i collezionisti di ossa contattati e intervistati – è Henry Scragg, membro attivo di una piccola ma dinamica rete di acquirenti e venditori che scambiano resti umani su Instagram, dove gli annunci si sono recentemente trasferiti (prima si trovavano su eBay) e dove a quanto pare funzionano sempre meglio. Gli archeologi Damien Huffer e Shawn Graham tengono d’occhio questo tipo di mercato dal 2013 e le loro registrazioni rivelano un commercio in rapida crescita.

La maggior parte dei compratori e dei venditori sono avidi collezionisti che considerano l’accumulare ossa rare come un hobby legittimo, anche se un po’ eccentrico. A differenza di altri mercati illeciti su Instagram (animali esotici, antichità saccheggiate, armi) non c’è nulla di esplicitamente illegale nel commercio di resti umani: nel Regno Unito (dove vive Henry Scragg), teschi e scheletri rientrano nella “no property rule” e cioè appartengono a chiunque si trovi in possesso di essi, senza bisogno di documenti che ne dimostrino la provenienza. E se per esporre resti umani serve una licenza da parte dell’Autorità per i Tessuti Umani, questo non è il caso della pubblicazione di foto online.

Secondo gli studiosi l’ascesa del commercio di ossa umane su Instagram è un fenomeno decisamente inquietante, soprattutto quando si tratta di scheletri decorati con finti attributi tribali. A preoccupare sono i richiami all’oscuro passato coloniale dell’Occidente, proprio in un momento storico, il nostro, in cui i musei stanno iniziando a questionare la provenienza delle loro collezioni.

Per quanto riguarda gli scambi, la vendita dei resti umani su Instagram funziona in modo molto simile agli altri scambi informali sulla piattaforma. Un utente pubblica un prodotto, gli utenti interessati lo contattano tramite messaggio diretto e, una volta concordato un prezzo, il pagamento viene effettuato direttamente e la merce viene imballata e spedita. A permettere al mercato di resti umani screscere e svilupparsi, però, non sono tanto gli affari, ma la passione dei collezionisti: come ha confidato a Schwartz la proprietaria di una account interamente dedicato al tema , «Non si tratta di soldi. Vendiamo teschi soltanto per poter acquistare sempre più teschi. Penso che per tutti i veri collezionisti sia sempre così».

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