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Secondo un report delle Nazioni Unite, nazionalismo e cambiamento climatico sono collegati
L’emergenza climatica non riguarda solo l’accesso a risorse come acqua e cibo, ma anche la tenuta della democrazia. Climate change e crescita dei nazionalismi saranno sempre più collegati, secondo Philip Alston, Relatore speciale sulla povertà e i diritti umani delle Nazioni Unite, scrive il Guardian. Nella sua relazione al Consiglio dei diritti umani, Alston avverte: «I diritti civili e politici sono a rischio».
Lo scenario prospettato nel report porta all’estremo alcune tendenze sociali e politiche già in atto. Alston parla di un vero e proprio «apartheid del clima», in cui i più ricchi potranno difendersi dal caldo e dalla fame, mentre i poveri saranno destinati a subire. «Il rischio di un comune malcontento, di una crescente ineguaglianza, stimolerà risposte nazionaliste, razziste, xenofobe. Mantenere un equilibrio tra diritti civili e politici sarà estremamente complesso».
Secondo Alston, «il cambiamento climatico minaccia di annullare gli ultimi 50 anni di progresso in tema di salute e riduzione della povertà globale». E saranno i Paesi in via di sviluppo a pagare il 75% del costo della crisi climatica, nonostante la parte più povera della popolazione mondiale sia responsabile solo del 10% delle emissioni di CO2.

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