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Il New York Times stronca l’Aperol Spritz
Il titolo è di quelli pensati per scatenare i commenti che poi finiscono sulla bacheca di @italiansmadatfood, ma tant’è: il titolo dell’articolo del New York Times è “L’Aperol Spritz non è un buon drink”. Ecco, l’hanno detto. «Il tanto apprezzato aperitivo, perfetto da postare su Instagram, si beve come un Capri Sun [una popolare marca di succo di frutta, nda] dopo un allenamento di calcio. E non in senso positivo», si legge poi nel sottotitolo. Nell’articolo sono indicati i motivi del giudizio negativo, a partire dalla sua diffusione in America ormai così capillare frutto di una grande (ed evidentemente efficace) campagna di marketing della Aperol.
Eppure a non piacere al Nyt è proprio l’aperitivo creato dai fratelli Barbieri nel 1919 a Padova (e dal 2003 di proprietà del Gruppo Campari): «Anche se contiene ingredienti come le arance amare e il rabarbaro, ha un sapore in realtà zuccherosissimo e lascia in bocca un gusto di sciroppo». Nello Spritz, poi, l’Aperol è spesso abbinato a prosecco di bassa qualità, acqua di Seltz o acqua frizzante e il più delle volte – a New York, ma anche in Italia – il risultato è un drink annacquato senza particolari contrasti. Com’era prevedibile, si è scatenata la polemica, al punto che il New York Magazine ha prontamente ribattuto con “Tutto internet pensa che, in realtà, l’Aperol Spritz sia buono” mentre, ne siamo sicuri, non tarderanno ad arrivare le rivendicazioni sovraniste, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni in pole position per i meme più tristi della storia.

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