Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Instagram vuole diventare sempre più puritano
Lo scorso 10 aprile Facebook ha pubblicato le nuove linee guida per la moderazione dei contenuti postati su tutte le piattaforme che controlla, Instagram compreso. Lo slogan è “rimuovere, ridurre, informare” e il tentativo è chiaramente quello di riconoscere e limitare tutti quei post (e gli utenti che li pubblicano) che incitano all’odio, alla violenza, alla discriminazione razziale e, allo stesso tempo, tutte le immagini considerate “inappropriate”.
Su quest’ultimo punto, però, le linee guida diventano piuttosto vaghe e, come fa notare The Outline, rischiano di stendere un velo di puritanesimo su una larghissima porzione di contenuti, e di creatori degli stessi, tutt’altro che offensivi o pericolosi. Questo è tanto più vero se si guarda a Instagram, che sin dal suo debutto è diventato il luogo prediletto per la condivisione di immagini che mettono in mostra i corpi, con e senza intenzioni di natura sessuale. I capezzoli delle donne, lo sappiamo, sono assurdamente considerati pornografia e vengono perciò oscurati, ma d’ora in poi la piattaforma eserciterà una sorta di censura più “soft”, ma non per questo meno odiosa.
Secondo le nuove regole, infatti, a essere segnalati non saranno solo i post apertamente di spam o violentemente grafici, che già vengono sistematicamente rimossi perché contrari al regolamento di community, ma anche quelli considerati “borderline”, e cioè «sessualmente allusivi, di cattivo gusto, o dannosi». Questo tipo di contenuti non verranno eliminati, ma Instagram farà in modo di non incentivarne la diffusione, evitando di consigliarli ad altri utenti tramite le pagine Explore o gli hashtag. Sarà più difficile trovarli, insomma, se non si conoscono già gli account che li pubblicano.
È un cambiamento che fa riflettere sulle trasformazioni che attraversano oggi le piattaforme di condivisione, alle quali affidiamo parti sempre più grandi della nostra vita, nel loro tentativo di compiacere una audience globale. E fa riflettere anche sulle nostre abitudini online e le nostre identità digitali. Al di là delle considerazioni filosofiche sulla questione, però, è utile ricordare a Instagram che Tumblr ha perso il 30% del suo traffico da quando sono stati bannati i contenuti porno e soft-porno e che, come dice The Outline «il problema sono i nazisti, non i capezzoli».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.