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12:15 giovedì 26 giugno 2025
Denis Villeneuve è stato appena annunciato come regista del prossimo 007 ma c’è già una grandissima attesa Sarà lui a dirigere il primo Bond della gestione Amazon. Adesso resta solo da scoprire l'attore che interpreterà 007 in questa nuova epoca.
C’è un sito che usa il riconoscimento facciale per trovare e denunciare i poliziotti violenti Si chiama fuckLAPD.com, l'ha creato un artista americano per trovare gli agenti che coprono i loro numeri identificativi. 
In un nuovo biopic su James Dean si racconta la relazione segreta che l’attore ebbe con un uomo Il film è tratto dal memoir di William Bast, che conobbe l'attore da giovanissimo ed ebbe con lui una relazione durata fino alla morte di Dean.
A New York le primarie democratiche le ha vinte a sorpresa un candidato sindaco molto di sinistra  Zohran Mamdani ha battuto Andrew Cuomo, grazie a una campagna elettorale molto radicale e al sostegno degli elettori più giovani.
È morto Alvaro Vitali, l’attore con una filmografia tra le più strane nella storia del cinema italiano Aveva 75 anni, al cinema aveva esordito con Fellini, poi le commedie sexy, Gian Burrasca, Paulo Roberto Cotechiño, anche una comparsata in un film di Polanski.
Secondo una ricerca, per colpa dell’inquinamento acustico si va in depressione, ci si ammala gravemente e si muore anche In Europa la situazione è particolarmente grave: l'inquinamento acustico fa più danni del fumo passivo e del piombo.
Adesso anche Wikipedia ha una sezione dedicata ai giochi e all’enigmistica L'enciclopedia libera si unisce a New York Times, Atlantic, New Yorker e molti altri giornali che in questi anni hanno investito parecchio nella gamification.
A causa delle proteste dei veneziani, Jeff Bezos è stato costretto a spostare il suo matrimonio La festa finale, prevista per il 28 giugno nella Scuola Grande della Misericordia è stata spostata all'Arsenale. Per motivi di sicurezza, pare.

Su Netflix c’è un documentario del 2017 in cui Avicii diceva che non ce la faceva più

27 Aprile 2018

La notizia della morte del Dj svedese Avicii, avvenuta venerdì 20 aprire a Muscat, in Oman, ha sconvolto fan e colleghi. Tim Bergling, questo il suo vero nome, non era soltanto il numero uno della dance, autore di successi come il tormentone “Wake Me Up” e  la struggente “Hey Brother”, ma era anche un ragazzo di 28 anni. La causa della morte non è stata dichiarata o resa nota, ma i commenti della famiglia fanno pensare al suicidio: «Non poteva più andare avanti. Voleva solo trovare un po ‘di pace». E poi: «Il nostro amato Tim era un’anima artistica e fragile alla ricerca di risposte a domande esistenziali. Un perfezionista ambizioso che ha sempre lavorato duramente, a un ritmo che l’ha portato a vivere uno stato di stress estremo».

Un carattere tormentato che il documentario Avicii: True Stories (disponibile su Netflix da ottobre del 2017), realizzato dall’amico Levan Tsikurishvili e frutto di quattro anni di riprese, ha cercato di raccontare, soprattutto registrando il periodo in cui, nel 2016, Avicii decise di interrompere le performance dal vivo a causa di gravi problemi al pancreas causati dall’alcolismo. Così racconta Tim: «Ho detto: “sto per morire”. L’ho detto tante volte. Non voglio più sentirmi dire che dovrei esibirmi ancora, non voglio neanche pensarci».

Il musicista si lamenta dello scarso supporto ricevuto nel momento in cui ha comunicato che non era più in grado di sostenere altri concerti. «Quando ho deciso di smettere di suonare in pubblico, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso… mi aspettavo supporto, soprattutto considerando tutto quello che avevo attraversato. Ero stato molto sincero con le persone con cui lavoravo, con tutti quelli che mi conoscevano. Sapevano che avevo problemi di ansia, che ce l’avevo messa tutta per superarli. Non mi sarei mai aspettato che mi facessero pressione perché continuassi a esibirmi».

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