Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
C’è una campagna di moda in cui tutti piangono

La collezione primavera estate 2018 di Helmut Lang è stata presentata lo scorso settembre durante la settimana della moda di New York. Disegnata da Shayne Oliver, il designer del marchio di culto Hood By Air, ha reso omaggio all’inconfondibile stile di Lang. «Mi sento una sorta di curatore», ha raccontato Oliver dopo la sfilata. «Ho connesso il passato e il presente in questa prospettiva, riportando in vita la vibrazione sensuale». La reinterpretazione dell’eredità del maestro del minimal proposta dal 29enne (qui il suo profilo nella lista dei 500 di Business Of Fashion) ha entusiasmato il mondo della moda.

Da ieri è disponibile a prima linea ready-to-wear di Helmut Lang, presentata da una serie di bellissime immagini. Le foto sono state scattate dall’artista Nicolai Howalt, conosciuto soprattutto per il suo lavoro fotografico Boxer, realizzato tra il 2000 al 2003, nel quale ha seguito giovani pugili danesi durante i tour di combattimenti in Danimarca e all’estero (per tanti di loro le prime volte lontano da casa e dalla famiglia), catturandone le espressioni un attimo prima e un attimo dopo l’incontro. «Un senso di emozione, aspettativa ed energia caratterizza le fotografie. I doppi ritratti trasmettono sogni di fanciullezza, pubertà e identità», è scritto nel testo che accompagna le foto sul sito dell’artista. Le immagini per la campagna di Lang sono molto vicine per estetica e raggelata emozione alle foto di Boxer. Scattate su di uno sfondo bianco ghiaccio, ritraggono modelle e modelli che piangono tranquillamente.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.