È un genere esploso negli ultimi dieci anni ma che forse è stato già superato dai fatti: la crisi climatica ormai è parte della nostra quotidianità e la narrativa non può che adattarsi di conseguenza.
Will Smith potrebbe perdere l’Oscar per via del ceffone a Chris Rock?
Sui social non si parla che di questo più o meno dalle quattro del mattino ora italiana, momento in cui una altrimenti noiosissima cerimonia di premiazione degli Oscar è diventata uno degli eventi che resteranno per sempre impressi nella memoria collettiva, meme dopo meme. Will Smith ha preso a schiaffi Chris Rock per una battuta di quest’ultimo sull’acconciatura di sua moglie, Jada Pinkett-Smith. E, poco dopo, lo stesso Will Smith ha vinto il primo Oscar della sua carriera, un premio per la sua interpretazione in Una famiglia vincente − King Richard. Ora, però, stando a quanto riporta il New York Post, bisogna stare a vedere se Smith quella statuetta dorata riuscirà a tenersela o se gli sarà portata via come punizione per l’aggressione a Rock.
C’è una regola, infatti, nel codice di condotta dell’Academy (riformato dopo gli scandali a sfondo sessuale del 2017) che impone a tutti gli appartenenti all’istituzione di «rappresentarne i valori, vale a dire l’inclusività, la volontà di costruire uno spazio sicuro per tutti e il rispetto per la dignità umana». Intenzioni che mal si conciliano con una cinquina piazzata in pieno volto a un’altra persona, colpevole sì di una battuta pessima e sbagliata ma, appunto, pur sempre colpevole di una battuta pessima e sbagliata. Probabilmente alla fine non succederà nulla e Smith potrà mettere la tanto attesa statuetta in un’apposita bacheca in casa sua: stando a quanto riportano diversi giornali americani, a Chris Rock è stata data la possibilità di sporgere denuncia per quanto accaduto, possibilità che il comico avrebbe declinato. Chissà, forse lui e Smith seguiranno il consiglio dato da Puff Daddy (molti di voi se lo ricorderanno come l’artista precedentemente conosciuto come P. Diddy, Diddy e Puffy): «Risolveremo tutto quanto come una famiglia, nell’afterparty».

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.