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Tutte le recensioni di Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson dicono la stessa cosa: è un capolavoro Il film, con protagonista Leonardo DiCaprio, arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 25 settembre.
Siccome una creator l’ha “accusata” di essere transgender, Brigitte Macron mostrerà in tribunale il suo Dna per dimostrare di essere nata donna E vincere così la causa per diffamazione contro Candace Owens, creator dell'alt-right Usa che sostiene che la Première dame abbia cambiato sesso.
Israele vuole cancellare la sua versione degli Oscar perché ha vinto un film che parla di un ragazzino palestinese Anche perché, vincendo, The Sea è automaticamente candidato a rappresentare Israele agli Oscar quelli veri.
Il candidato della Francia all’Oscar per il Miglior film internazionale è un film ambientato in Iran, che parla di Iran e diretto da un iraniano Dalla Palma d’Oro a Cannes alla candidatura francese agli Oscar, il viaggio di Jafar Panahi attraverso le crepe della politica e del cinema
Sulla tv del ministero della Difesa russo c’è uno show fatto con l’AI che trolla i politici stranieri Macron con i bigodini rosa, Trump che parla di gabinetti dorati, von der Leyen in versione soviet: questo il meglio che la "satira" russa offre.
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.

Un parco a tema islam, in Cina

13 Maggio 2016

Yinchuan, una città cinese a circa mille chilometri di distanza dalla capitale Pechino, è il centro principale del Ningxia, una regione centro-settentrionale al confine con la Mongolia interna amministrata dalla sua etnia nominante, quella hui, che è di fede musulmana. Da oggi, spiega Quartz, l’agglomerato urbano da 1 milione e 600 mila abitanti è anche il luogo designato dal governo cinese per fare da sfondo a un progetto di 3 miliardi e mezzo di dollari che la renderà una “Città globale musulmana”.

La nuova Yinchuan, simile nei fatti a una sorta di straniante luna park a tema islamico, avrà un “Palazzo dorato” simile a una moschea, segnali stradali scritti in arabo e spettacoli di danza ispirati ai racconti de Le mille e una notte. L’iniziativa è parte di una strategia politica di più ampio respiro: gli autocrati cinesi vogliono allentare le tensioni con i musulmani che abitano in Cina, spesso difficili da controllare (come nel caso degli uiguri che abitano nella regione dello Xinjian e sono oggetto di dure repressioni), e per farlo enfatizzano i legami culturali tra la storia e la cultura araba e quelle cinesi.

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Gli hui vogliono diventare la versione ufficialmente approvata dell’Islam in Cina, anche perché rispetto agli uiguri sono etnicamente affini agli han, l’etnia più diffusa sul suolo cinese, e parlano mandarino. Gli hui sono meno associati all’idea di terrorismo e di interventi armati dello Stato centrale, e costruendo un luogo che li celebra Pechino vuole stemperare i toni. Nel parco ai turisti viene chiesto di vestire i bambini con abiti tradizionali islamici. L’iniziativa è molto seria, pare: nei piani c’è anche l’aggiunta di un terminal da 83 mila metri quadrati all’aeroporto della città, per accogliere i flussi di visitatori trasportati da nuove rotte aeree create ad hoc.

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