Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Un parco a tema islam, in Cina

Yinchuan, una città cinese a circa mille chilometri di distanza dalla capitale Pechino, è il centro principale del Ningxia, una regione centro-settentrionale al confine con la Mongolia interna amministrata dalla sua etnia nominante, quella hui, che è di fede musulmana. Da oggi, spiega Quartz, l’agglomerato urbano da 1 milione e 600 mila abitanti è anche il luogo designato dal governo cinese per fare da sfondo a un progetto di 3 miliardi e mezzo di dollari che la renderà una “Città globale musulmana”.
La nuova Yinchuan, simile nei fatti a una sorta di straniante luna park a tema islamico, avrà un “Palazzo dorato” simile a una moschea, segnali stradali scritti in arabo e spettacoli di danza ispirati ai racconti de Le mille e una notte. L’iniziativa è parte di una strategia politica di più ampio respiro: gli autocrati cinesi vogliono allentare le tensioni con i musulmani che abitano in Cina, spesso difficili da controllare (come nel caso degli uiguri che abitano nella regione dello Xinjian e sono oggetto di dure repressioni), e per farlo enfatizzano i legami culturali tra la storia e la cultura araba e quelle cinesi.

Gli hui vogliono diventare la versione ufficialmente approvata dell’Islam in Cina, anche perché rispetto agli uiguri sono etnicamente affini agli han, l’etnia più diffusa sul suolo cinese, e parlano mandarino. Gli hui sono meno associati all’idea di terrorismo e di interventi armati dello Stato centrale, e costruendo un luogo che li celebra Pechino vuole stemperare i toni. Nel parco ai turisti viene chiesto di vestire i bambini con abiti tradizionali islamici. L’iniziativa è molto seria, pare: nei piani c’è anche l’aggiunta di un terminal da 83 mila metri quadrati all’aeroporto della città, per accogliere i flussi di visitatori trasportati da nuove rotte aeree create ad hoc.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.