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Oltra alle bandiere di One Piece, nelle proteste in Usa è spuntato un altro strano simbolo: i costumi gonfiabili da animale Costumi da rana, da dinosauro, da unicorno: se ne vedono diversi in tutte le città in cui si protesta con Trump e contro l'Ice.
Secondo Christopher Nolan, non c’è un attore che quest’anno abbia offerto un’interpretazione migliore di The Rock in The Smashing Machine Quello del regista è il più importante endorsement ricevuto da The Rock nella sua rincorsa all'Oscar per il Miglior attore protagonista.
Dopo 65 anni di pubblicazione, Il Vernacoliere chiude ma non esclude il ritorno Lo ha annunciato su Facebook il fondatore e direttore Mario Cardinali, che ha detto di essere «un po' stanchino» e spiegato la situazione di crisi del giornale.
Nel cinema non si è mai vista una campagna promozionale come quella di Bugonia Tra siti cospirazionisti e cartelloni vandalizzati, il marketing per il lancio del nuovo film di Yorgos Lanthimos è uno dei più azzeccati degli ultimi anni.
Londra è la città europea che sta battendo ogni record in fatto di telefoni rubati Solo nel 2024 ne sono stati rubati più di 80 mila, la maggior parte dei quali rivenduti poi sul mercato nero internazionale.
È morto Drew Struzan, l’illustratore che ha disegnato le locandine di moltissimi successi di Hollywood Star Wars, Indiana Jones, Ritorno al futuro, E.T, Blade Runner, I Goonies, La cosa: la locandina che vi viene in mente pensando a questi film l'ha disegnata lui.
I lettori di Jia Tolentino non hanno preso bene la sua collaborazione con Airbnb Sia gli ammiratori che i detrattori sono rimasti molto delusi dalla sua decisione di lavorare con un'azienda come Airbnb.
Nella nuova campagna Moncler c’è la reunion di Al Pacino e Robert De Niro Si chiama Warmer Together e vuole celebrare «le emozioni e il calore dello stare insieme».

Perché Tuono Pettinato è stato un fumettista diverso dagli altri

Morto il 14 giugno a 44 anni, nei suoi fumetti Andrea Paggiaro era diretto, affilatissimo, capace di un’ironia alla portata di tutti.

15 Giugno 2021

A Tuono Pettinato, nome d’arte di Andrea Paggiaro, scomparso ieri a 44 anni, piaceva Un posto al sole. Ne parlava ogni sera, sui social, e lo teneva in sottofondo mentre lavorava; si divertiva a citarne le dinamiche e i personaggi, a fare sue certe battute, e a ingigantirle e a esagerarle. E in un certo senso faceva la stessa cosa con i suoi fumetti. Parlava di tutto e tutti, e riusciva a tenersi in disparte, a mettere a fuoco il mondo e le persone dalla distanza, e a dare un dinamismo delicato ai disegni e alle parole. «Un fumettista», ha detto un anno fa ad Artribune, «è un gatto che passa la maggior parte del tempo a catturare e uccidere un topo e il resto del tempo a mostrarlo in giro, ad amici, parenti, colleghi ed estranei, sperando che possano apprezzare il topo».

Nei suoi lavori c’è qualcosa del primissimo Schulz e dei Peanuts. Ma anche di Calvin & Hobbes (in Nevermind è particolarmente evidente e voluto). I suoi personaggi sono persone piccole, a volte semplicissime, altre meschine, e sono, proprio come Charlie Brown, una sintesi di tutto quello che siamo: della nostra banalità, della nostra imperfezione e della nostra goffaggine. Tuono non girava attorno ai concetti. Era diretto, affilatissimo, straordinariamente brillante e intelligente, capace di un’ironia alta, detonante, ben nascosta ma alla portata di tutti. Aveva una cultura sterminata di film e serie tv, di opere sconosciute e particolari.

Le sue biografie sono istantanee di sensazioni e di idee, sono lo stravolgimento di vite intere, e proprio per questo sono bellissime. Nei suoi fumetti, e nelle sue strisce, andava in scena quel disastro che è l’umanità. In Corpicino, ancora attuale, parlava del rapporto morboso che abbiamo con il dolore e la sofferenza. In Chatwin, pubblicato da Rizzoli Lizard, ha usato i gattini per raccontare gli esseri umani, e per metterne in risalto le contraddizioni, gli eccessi e le assurdità. Il suo mondo era un mondo sospeso, un mondo quasi favolistico, possibile ma allo stesso tempo incredibile.

I suoi disegni sono sempre stati precisi, puliti e chiari. La ricercatezza era occasionale, e si traduceva in un gioco di doppi sensi. Una linea ne evocava altre cento, e una scritta poteva trasformare volti e figure, renderli più simili alla realtà, inspessirli, farli diventare più credibili, più veri, più concreti. Alcune strisce erano cattivissime, urlate, spudorate, volutamente odiose. Erano fotografie, infografiche, erano efficacissime.

Tuono era leggero e pacato. E i colleghi che ora lo ricordano ne parlano come di una persona buonissima, sempre disponibile, innamorata del fumetto. Faceva parte dei Superamici, aveva trovato compagni d’avventura in ogni spazio, in ogni momento; ascoltava tantissimo i più giovani, e non vedeva l’ora di poter lavorare con loro. Non si lasciava mai andare ai pregiudizi. Ha sempre provato, esplorato, cercato di capire. Era curioso, e di questa curiosità, oggi, rimane una grandissima traccia nelle sue opere. Era andato in Giappone con Dario Moccia per Big in Japan (Rizzoli Lizard), e si era divertito nell’esplorare un paese sconosciuto, nell’assorbire informazioni e dettagli. E poi c’erano i suoi disegni, le sue tavole, gli schizzi improvvisati e comunque meravigliosi. Restano anche quelli, oggi. Condivisi dagli amici, dai lettori, condivisi dagli editori. L’onorevole Filippo Sensi, ricordandolo alla Camera, l’ha definito come «uno degli intellettuali più rilevanti di questa nostra stagione». Ed era precisamente questo. Intellettuale e rilevantissimo. Sempre presente, sempre capace, vorace, sempre pronto a dire e a fare; sempre illuminato da quella voglia di trasformare le parole in storie, e di usare le sue storie per esprimersi. Aveva preso il suo nome da Borges, era un appassionato di musica, era comparso ne L’ispettore Coliandro, e si era esibito, senza suonare davvero, con i Laghetto. Era tante cose insieme, tanti estremi, tante sfumature, un autore abilissimo e un fumettista magnifico. La sua più grande rivoluzione è stata rimanere sé stesso.

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