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Father Mother Sister Brother di Jim Jarmush ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia A The Voice of Hind Rajab di Kawthar ibn Haniyya il Gran premio della giuria, Toni Servillo vince la Coppa Volpi per la sua interpretazione in La grazia, di Benny Safdie la Miglior regia con The Smashing Machine.
Marco Bellocchio girerà un film su Sergio Marchionne Le riprese inizieranno nel 2026 e si svolgeranno in Italia, Stati Uniti e Canada, i tre Paesi della vita di Marchionne.
Il responsabile per la Salute della Florida ha detto che eliminerà tutte le vaccinazioni obbligatorie Non solo quelle legate al Covid ma anche quelle che riguardano le fasce più giovani, dal morbillo all’epatite B.
Lena Dunham ha annunciato la data di uscita del suo nuovo libro, Famesick Un memoir scritto nell'arco di sette anni che parla di «malattia, dipendenza e sofferenza amorosa».
A Broadway è arrivato il musical dell’Italian Brainrot e durante la prima ovviamente è successo di tutto Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur è stato arrestato, il pubblico l'ha presa male, la protesta è arrivata fino a Times Square.
Drake ha girato un lungometraggio in cui se ne va in giro per i luoghi di culto di Milano C'è anche la Bocciofila Caccialanza di via Padova, dove incontra Sfera Ebbasta.
Trump vuole cambiare il nome del ministero della Difesa americano in ministero della Guerra Non il più rasserenante dei messaggi per il mondo, il fatto che il segretario alla Difesa Pete Hegseth diventi segretario alla Guerra. 
Un quadro trafugato dai nazisti è stato ritrovato in Argentina grazie a un annuncio immobiliare È il "Ritratto di signora” del pittore italiano Giuseppe Ghislandi, meglio conosciuto come Fra Galgario.

Il New York Times ha fatto la lista di tutti gli insulti che Trump ha usato su Twitter dal 2015 al 2021

20 Gennaio 2021

Il 24 ottobre del 2016 il New York Times aveva dedicato agli insulti di Trump ben due pagine, concretizzando per la prima volta una “collezione” fino a quel momento pubblicata solamente online. Stampati sulla carta, nero su bianco, gli insulti del candidato contro le donne, i messicani, gli handicappati e la sua rivale democratica, Hillary Clinton, sembravano ancora più gravi e violenti. Non sorprende che, dopo i fatti di Capitol Hill dello scorso 6 gennaio, Twitter abbia deciso di sospendere indefinitamente il suo account per incitamento alla violenza. Ora il New York Times, nell’ultimo giorno della presidenza Trump, ha rilanciato online la sua preziosa raccolta: aggiornata, completa e, grazie a dio, conclusa.

«Come figura politica, Donald J. Trump ha usato Twitter per lodare, persuadere, intrattenere, fare pressioni, stabilire la sua versione degli eventi e, forse in modo più notevole, per amplificare il suo disprezzo. Questo elenco documenta gli attacchi verbali che il signor Trump ha pubblicato su Twitter, da quando ha dichiarato la sua candidatura nel giugno 2015 all’8 gennaio, quando Twitter lo ha escluso in modo permanente. Vengono evidenziati gli insulti più recenti», si legge nel breve sottotitolo.

Analizzando per più di cinque anni gli oltre 24.500 tweet postati da Trump, la Freedom of the Press Foundation ha rilevato che il 10% del totale conteneva attacchi nei confronti della stampa. Nel complesso, Trump ha postato 515 tweet di insulti rivolti a singoli giornalisti e 810 rivolti esplicitamente a testate. Gli insulti collezionati dal New York Times lo dimostrano. Le invettive sono ordinate in ordine alfabetico in base al soggetto: si va da Abc News («Fake news, una vera disgrazia») fino al magnate dell’editoria Mortimer Zuckerman («stupido», «ha un grave complesso di inferiorità», «stupido clown»). Nella ricostruzione del Nyt, i tweet velenosi si possono cercare in ordine cronologico, dai più recenti, twittati poco prima del ban – nei confronti di Antifa, «organizzazione terroristica» e il Centers for Disease Control and Prevention, «ridicolo» – fino al primo insulto in assoluto, risalente al lontano giugno 2015 e rivolto ai politici in generale: «tutti chiacchiere e niente azioni» (il secondo insulto della lista è contro Neil Young, «ipocrita totale»).

Ovviamente è possibile effettuare una ricerca per soggetto: se scrivete “Joe Biden”, ad esempio, troverete molti risultati, soprattutto negli ultimi mesi: dal classico «Sleepy Joe» a definizioni ancora più fantasiose: «il candidato dei rivoltosi, dei saccheggiatori, dei piromani, degli armaioli, dei bruciatori di bandiere, dei marxisti e dei lobbisti», «un politico corrotto», «uno zimbello patetico», «l’incarnazione vivente di una classe politica decrepita e depravata». Come potete immaginare l’elenco è incredibilmente ricco, ma vale la pena trascorrere un po’ di tempo a leggere, scorrere e guardare, per ricordarci ancora una volta (non è mai abbastanza) con chi abbiamo avuto a che fare.

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