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Il Guardian ha stroncato l’adattamento di The Last Thing He Wanted di Joan Didion

L’adattamento di The Last Thing He Wanted, il romanzo di Joan Didion pubblicato nel 1996 da Knopf (e in Italia dal Saggiatore col titolo Il suo ultimo desiderio), sarà disponibile su Netflix a partire dal prossimo 21 febbraio, ma ha già ricevuto una pesante stroncatura da parte del Guardian. Secondo Benjamin Lee, il film «è un fiasco incontestabile», e «sono state prese decisioni sbagliate ovunque». Sulla carta aveva tutti i presupposti per funzionare: dal regista di primo piano alla trama di per sé attraente – la protagonista è una giovane giornalista di grande moralità intenzionata a fare la guerra alla corruzione della politica – fino al cast di attori pieno di nomination e vittorie agli Oscar. Ma sullo schermo le promesse sono prontamente evaporate.
«C’è qualcosa di stranamente incompleto», spiega Lee, come se gli autori avessero finito il budget troppo in fretta e non fossero riusciti a girare l’intera sceneggiatura come l’avevano pensata. La sensazione del critico è che le cose siano andate più o meno così: il regista e il produttore insieme in una stanza per la maggior parte del tempo, in preda alla frustrazione, che lentamente realizzano l’impossibilità di fare il film come avrebbero voluto. La trama è troppo densa, osserva Lee, ma questo aspetto non è necessariamente un problema: il problema è che spesso e volentieri The Last Thing He Wanted è incoerente, e avrebbe avuto bisogno di una narrazione più asciutta e lineare. C’era così tanto da raccontare in questa storia, conclude Lee, che è lecito chiedersi se non avrebbe avuto più senso far diventare il romanzo di Didion una miniserie. Un’osservazione sensata, visto che è una produzione Netflix.

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