13:22 venerdì 20 giugno 2025
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.
Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.
La Juventus era nello Studio Ovale mentre Trump parlava dei destini del mondo La visita della squadra alla Casa Bianca probabilmente verrà ricordata come una delle scene più surreali della storia del club italiano.
Netflix trasmetterà in streaming TF1, il canale televisivo più seguito in Francia È il primo accordo di questo tipo firmato dalla piattaforma streaming. Non sarà l'ultimo, visti i recenti cambiamenti nella politica aziendale di Netflix.
Nel Regno Unito c’è la moda di andare a farsi le punturine di filler nei bagni pubblici Sempre più persone prendono appuntamento via social per un ritocchino low cost nelle toilette pubbliche, con rischi enormi per la salute.

I test di immunità potrebbero aiutarci a tornare alla vita normale

01 Aprile 2020

Più che la distanza sociale, più che i ristoranti e le scuole chiuse, secondo la scienziata della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, «l’unico modo per poter tornare alla normalità il prima possibile, ma sempre gradualmente, sarebbe poter sapere con certezza, attraverso il test di immunità, chi ha già contratto il virus». È quanto riporta Vox, riflettendo sul fatto che la conoscenza di quanti abbiano già avuto il Coronavirus in maniera asintomatica potrebbe rallentare la pandemia globale, ed essere la chiave per tornare alla normalità.

Quante persone sono state infettate dal virus? Chi potrebbe averlo diffuso senza saperlo in quanto asintomatico? Perché in alcuni soggetti il decorso della malattia è più grave e rapido e in altri più lieve? Sono soltanto alcune delle domande a cui la diagnostica sierologica di Covid-19 (ovvero un test che rileva la quantità nel sangue di anticorpi protettivi contro il virus e che quindi permette di individuare i soggetti immuni) potrebbe rispondere. Tali test, inoltre, continua Vox, consentirebbero potenzialmente a determinate persone, quelle immuni, appunto, di riprendere a lavorare. Mentre alcuni Paesi stanno cercando di acquisire ingenti quantità di test di immunità (il Regno Unito ne ha ordinati 3,5 milioni e la Germania sta valutando di utilizzarli per rilasciare certificati di immunità alle persone sopravvissute a Covid-19), gli scienziati concordano comunque che sia necessario giungere alla conoscenza di un dato di cui ancora non si sa nulla: se esista la possibilità di contrarre il Coronavirus due volte e magari con decorsi differenti e quanto quindi dura quest’immunità.

Oltre a essere un «ottimo strumento forense, nel senso che permette di tracciare la diffusione del virus nei diversi Paesi, il test sierologico potrebbe svelare numerose incognite della pandemia», spiega Vox. A differenza dei test molecolari (quelli eseguiti sul tampone, che identificano la presenza del virus nelle secrezioni e cominciano a essere positivi in una fase poco precedente ai sintomi e rimangono positivi in tutta la fase sintomatica), questi identificano gli anticorpi e quindi la capacità o meno di una persona di “proteggersi” dalla pandemia. Ed è qui che sorge il problema, di carattere biologico, poiché potrebbero essere necessari 7 o 10 giorni affinché si inizino a sviluppare gli anticorpi. Per questo motivo simili test non hanno ancora raggiunto il necessario livello di affidabilità: «Si aggiunga il fatto che chi ha già contratto il virus potrebbe avere un certo grado di immunità duratura, ma non permanente», ha detto Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, in Maryland. «La loro immunità potrebbe durare magari 50 anni, ma non sappiamo ancora dirlo».

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