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14:29 lunedì 3 novembre 2025
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.
Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.
Dopo 30 anni di lavori e un miliardo di investimenti, è stato finalmente inaugurato il nuovo, gigantesco museo egizio di Giza Sarà il museo più grande del mondo dedicato a una singola civiltà e punta a rilanciare il turismo in crisi in Egitto.
Le dimensioni del massacro in Sudan sono visibili nelle immagini satellitari Il Paese è devastato dal 2023 da una sanguinosa guerra civile su base etnica scatenata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF).
Il colpo più duro all’ex principe Andrea non è stata la revoca del titolo, ma il linguaggio usato nel comunicato ufficiale Gli esperti sono rimasti scioccati dal linguaggio “brutale” utilizzato da Buckingham Palace per annunciare che Andrea non sarà più principe.

Tempi nuovi, vecchie radio

La Russia non è più quella dei soviet, ma spiegatelo ai giornalisti stranieri. Ci proviamo noi con una piccola storia.

13 Dicembre 2012

Il problema dei giornalisti stranieri è la storia. Quando arriva il momento di raccontare quel che succede in Russia, il paragone con i tempi dello zar, con Stalin e con Brezhnev è quasi inevitabile. Così Putin scrive leggi che ricordano i Romanov o i leader comunisti (questo dipende a seconda dei casi), la polizia ha chiuso le Pussy Riot in gulag, quelli dell’opposizione appartengono alla dinastia dei decabristi e via dicendo. Forse al circolo della stampa straniera qualcuno spera segretamente che Medvedev torni al Cremlino soltanto per parlare del Falso Dmitri.

Ma basta entrare in una casa russa per vedere che i tempi sono cambiati. Quella nella foto si chiama Orfei 311 e si trova ancora in qualche vecchio appartamento. È una radio costruita negli anni del comunismo (l’ultimo modello è del 1990). La manovella bianca al centro serve per il volume. Si impiega un po’ di tempo per capire come si cambia canale, si guarda sotto, sopra, in ogni angolo, si cerca anche di aprire la scatoletta pensando di avere un modello difettoso, ma poi si realizza che l’Orfei 311 è stata disegnata per ricevere un canale solo, quello e basta, senza eccezioni. Il canale si chiama Radio Russia ed è la stazione pubblica per eccellenza. Durante il giorno fornisce informazioni su tempo atmosferico, case di cura, ricette di cucina: ha anche un buon programma di notizie con una giornalista appassionata che racconta quel che succede in Italia con le primarie del centrosinistra e il ritorno di Berlusconi, insomma, il target della radio è abbastanza avanti con gli anni, è gente che non ha voglia di alzarsi dalla sedia a dondolo quando arriva la pubblicità per cambiare canale. Ma questo non significa che manchi la musica per i giovani. Il venerdì sera, per esempio, c’è un programma che si chiama “Vysokoye Napryazhenye” (significa più o meno “alta tensione”) e trasmette musica death metal per un’ora. Chissà che faccia fanno le vecchiette mentre preparano la zuppa di patate e tendono l’orecchio all’ultimo successo dei Sodom. Comunque a Radio Russia finiscono presto le trasmissioni, alle dieci di sera si sente un “bip”, l’Orfei 311 torna a essere una scatoletta silenziosa e ci si dimentica di lei, non si gira al minimo neanche la manovella del volume perché tanto la radio si è spenta da sola. Questo è quello che si crede, ma è un errore gravissimo: l’Orfei 311 non si è spenta, è rimasta accesa per tutta la notte e alle sei di mattina è pronta a riprendere i programmi con l’inno nazionale. A quel punto uno si sveglia all’improvviso e si guarda intorno, cerca di capire chi stia suonando l’inno a quell’ora, pensa che sia arrivato il momento di andare alla guerra, poi inquadra l’Orfei 311 appesa al muro, accanto all’orologio, e si maledice.

Ecco, questa era la vita quotidiana ai tempi del soviet, e non ha nulla a che fare con la Russia di oggi, con buona pace dei giornalisti stranieri. E però, quando si sente che la Russia, la Cina e un mucchio di paesi arabi vorrebbero costruire il loro internet personale, il paragone con l’Orfei 311 diventa una cosa irresistibile.

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