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I film più attesi al Sundance, che torna dal vivo dopo due anni

Dopo due anni in cui si è svolto a distanza a causa della pandemia, il Sundance Film Festival nel 2023 tornerà dal vivo, a Park City, nello Utah, dal 19 al 29 gennaio. Su Variety, Brent Lang e Rebecca Rubin si sono chiesti se dopo due anni di “sospensione” il Sundance tornerà a essere quell’evento così peculiare nell’universo dei festival cinematografici americani. Prima della pandemia, infatti, il Sundance era un luogo e un momento in cui «i capi degli studios e i dirigenti delle piattaforme streaming facevano a gara per accaparrarsi i posti migliori in sala e poi, appena partiti i titoli di coda, scattavano subito verso l’uscita nel tentativo di anticipare la concorrenza e strapparle i film migliori». Non è detto, però, che il festival torni a essere quel che era: la crisi economica ha colpito durissimamente il settore, sia gli studios che le piattaforme hanno meno soldi da spendere, soprattutto su quei film indipendenti e d’autore che stanno andando tutti così male al botteghino.

Nonostante le circostanze avverse, però, il Sundance resta pur sempre uno degli eventi fondamentali del calendario cinematografico internazionale, come dimostra anche la lista dei film più interessanti in mostra al festival 2023, stilata proprio da Variety. Uno dei titoli più attesi è l’adattamento cinematografico di “Cat Person”, racconto di una notte di sesso andata male pubblicato cinque anni fa sul New Yorker e diventato immediatamente virale (ne avevamo parlato qui, e poi ancora qui con l’autrice Kristen Roupenian, che nel frattempo ha scritto libri e sceneggiature). Gli altri tre film molto ambiti dai produttori sembrano essere: Drift di Anthony Chen, la storia di una rifugiata che scappa dalla guerra in Liberia, arriva in un’isola greca e qui fa amicizia con una guida turistica locale;  Magazine Dreams, film in cui Jonathan Majors – che sarà protagonista anche di Creed III e del nuovo capitolo delle avventure di Ant-Man and The Wasp – pare dia l’ennesima prova del suo talento attoriale; e, soprattutto, Eileen, romanzo di Ottessa Moshfegh il cui adattamento cinematografico avrà come protagonisti Anne Hathaway e Thomasin McKenzie.

Per quanto riguarda, invece, le potenziali sorprese, si parla molto bene di Shortcomings, esordio alla regia di Randall Park, un po’ coming of age un po’ manifesto per gli impallinati di cinema; di Jamojaya, una sorta di Elvis con protagonista il popolarissimo rapper indonesiano Imanuel; di Sometimes I Think About Dying, storia di una ragazza (Daisy Ridley, la Rey della trilogia sequel di Star Wars) ossessionata dalla morte; e di Passages, film di un veterano del Sundance come Ira Sachs, descritto come un racconto di «quanto la vita possa essere incasinata», in particolare quella di una coppia di omosessuali interpretati da Franz Rogowski e Ben Whinshaw. Infine, ultima delle sorprese: Flora and Son, storia d’amore tra una madre single (Eve Hewson) e il suo maestro di chitarra (Joseph Gordon-Levitt), che si conoscono e innamorano durante una serie di lezioni su Zoom.

Per i documentari, invece, tre titoli hanno fin qui attratto la maggior parte delle attenzioni: A Still Small Voice, che racconta tutto quello che è successo all’ospedale Mount Sinai di New York tra il 2020 e il 2021, nel periodo peggiore della pandemia; Aum: The Cult at the End of the World, storia di come un maestro di yoga (Shoko Asahara) si sia trasformato nel guru della setta apocalittica Aum Shinrikyo, inserita poi nella lista delle organizzazioni terroristiche dalle autorità giapponesi in seguito alla scoperta di piani per un attentato alla metropolitana di Tokyo, che i “fedeli” volevano riempire di gas sarin; ultimo titolo, Beyond Utopia, film che segue diverse famiglie nordcoreane nel loro tentativo di fuggire dalla Repubblica popolare democratica.