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C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Storia dello zero, il simbolo che ha cambiato il mondo

08 Dicembre 2016

Sul canale Future di Bbc, Hannah Fry ha raccontato la “scoperta” di qualcosa che siamo soliti dare per scontato, l’ovale dello zero, di cui l’uomo ha fatto a meno per millenni, salvo poi ammirarne le potenzialità e le applicazioni. «Lo zero, come concetto, esiste dai tempi antichi, appare nelle iscrizioni babilonesi e maya, quand’era usato per calcolare il passaggio delle stagioni», scrive Fry. Ma da allora, “0” ci ha messo due millenni per diventare ciò che conosciamo oggi, con tutte le conseguenze del caso. Ed è successo in India.

Secondo l’autore Alex Bellos, non poteva che accadere nel subcontinente indiano: «L’idea del nulla dietro qualcosa era già radicata nella cultura indiana. Se pensate al nirvana è lo stato di assenza, in cui tutte le tue paure e i tuoi desideri spariscono. Per cui, perché non avere un simbolo che indica il niente?». Quel simbolo venne poi detto “shunya”, il termine che ancora oggi indica tanto lo zero matematico quanto il nulla come concetto. Nel pensiero dell’India, la sua forma circolare rappresenta il ciclo della vita, detto “il serpente dell’eternità”.

A computer company sign offers zero perc

Per vedere l’approdo dello zero al mainstream si passa dalla sua penetrazione in Medio Oriente – dove a partire dal VII secolo iniziò a venire impiegato dai matematici islamici, che lo aggiunsero al loro sistema numerico (che è il sistema arrivato ai giorni nostri, e per qualcuno dovrebbe per questo motivo chiamarsi “indo-arabico”) – e dalla difficile diffusione in Europa: «difficile perché ci arrivò ai tempi delle crociate, in cui ogni cosa di derivazione islamica era, eufemismo, vista con sospetto (a Firenze nel 1299 venne istituita addirittura una legge che proibiva l’utilizzo dello zero, considerato una forma di frode dei mercanti mediorientali).

Nel XV secolo, il simbolo matematico dell’assenza era diventato una realtà rilevante: i numeri arabi erano finalmente stati accettati, e la stampa a caratteri mobili aveva permesso una diffusione enormemente più rapida di teorie e saperi. Duecento anni dopo, lo zero diventò il protagonista dei grafici cartesiani, ruolo che mantiene inalterato nel 2016, e permise di trasformare, nelle parole di Bellos, «il mondo in bianco e nero dell’aritmetica in una meraviglia a colori». Nel campo più ampio delle scienze, nei secoli seguenti lo zero è diventato la base teorica (e pratica) per lo sviluppo del calcolo infinitesimale, la branca della matematica che ha permesso di predire il futuro, in un certo senso: è ciò che si utilizza per le previsioni dell’andamento dei mercati azionari, ad esempio.

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