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A Lampedusa sono arrivati tre immigrati palestinesi a bordo di una moto d’acqua I tre hanno usato ChatGPT per pianificare la rocambolesca fuga verso l’Europa, seminando le motovedette tunisine per arrivare in Italia.
Il concerto in Vaticano per il compleanno del Papa è stato uno degli show più assurdi di sempre La collabo Bocelli-Pharrell, i Clipse primi rapper a esibirsi in Vaticano, i droni del fratello di Musk, lo streaming su Disney+ e la diretta su Tv2000: è successo davvero.
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.

Breve storia dei libri come status symbol

24 Ottobre 2016

I libri sono ancora uno status? Restano nell’era digitale un segno distintivo di prestigio sociale? Secondo Frank Furedi, sociologo e commentatore, sì: «È la ragione per cui quando vengo intervistato per la tv a casa o nel mio ufficio all’università, mi chiedono sempre di stare di fronte alla mia libreria». Partendo da questo assunto, Furedi ha scritto su Aeon un saggio in cui analizza come, nel corso della storia, leggere, al di là dei contenuti – anche il solo fatto di possedere dei libri o di mostrarli –  sia stato riconosciuto come un simbolo di “qualità” delle persone.

Sin dall’invenzione della scrittura cuneiforme e dei geroglifici (tra il 3500 e il 3000 avanti Cristo), i lettori e gli interpreti dei testi incisi sulle tavolette hanno guadagnato una forma di promozione sociale. E gli stessi oggetti su cui erano incisi i testi venivano considerati preziosi quando non, in alcuni casi, sacri. La credenza che i geroglifici dell’antico Egitto avessero poteri magici non è così lontana, nota Furedi, dall’idea ancora in vita oggi che la lettura dei libri costituisca un’esperienza spirituale. Questa grande importanza simbolica ha fatto poi in modo che la lettura in generale e il tipo di libri letti in particolare diventasse un carattere distintivo della persona, un aspetto del carattere, e infine il motivo per cui le persone nel corso della storia hanno tenuto a mostrare se stessi come amanti dei libri.

Nell’antica Roma, già a partire dal secondo secolo avanti Cristo, i “testi” furono riportati dai cieli alla realtà terrena e furono soprattutto considerati beni di lusso che attribuivano a chi li possedeva prestigio culturale. Non possono che colpire un lettore di oggi, le parole che Seneca rivolgeva ai feticisti del testo come oggetto: «Molte persone senza una istruzione scolastica usano i libri non come uno strumento di crescita culturale, ma come decorazione per le sale da pranzo».

Con l’avvento del Rinascimento, e l’intensificarsi dei commerci e degli scambi, la diffusione dei libri aumentò al punto da rendere molto più larga la distinzione legata al possesso del libro come oggetto. Ma questo in qualche modo alimentò una serie di manifestazioni di feticismo librario mai viste. Come è il caso di Richard de Bury, che Furida definisce esempio di lettore pomposo e pretenzioso: il suo saggio Philobiblon, scritto nel 1345 ma pubblicato solo nel 1473, viene definito «il più antico trattato in inglese sui piaceri della letteratura» anche se in realtà dice molto poco sull’esperienza di leggere. È piuttosto il libro di un feticista interessato a collezionare libri più che a leggerli.

L’immagine del leggere che supera in forza l’atto di leggere non è in definitiva una caratteristica dell’età di Instagram. Nell’arte rinascimentale erano diffusi ritratti di persone colte nell’atto di leggere. Come Laura Amtower scrive in Engaging Words: The Culture of Reading in the Middle Ages «un’inondazione di immagini non solo di libri ma di gente che legge libri».

A partire dal Diciottesimo secolo, con la sempre maggiore diffusione della lettura, gli intellettuali introdussero un’ulteriore distinzione arrivata fino a oggi, cioè quella tra lettori più o meno forti. In The Vice of Reading del 1903 Edith Wharton scrive: «Leggere non è una virtù, ma leggere bene è un’arte, e un’arte che solo il lettore nato può acquisire». Per la Wharton un lettore meccanico non acquisirà mai il dono di leggere, così come Viriginia Woolf, nel suo saggio Il lettore comune del 1925 definisce il lettore media come qualcuno che non è stato premiato dalla natura. Il leggere è diventato un fatto così prestigioso che leggere a un bambino, dice Furida, significa come minimo essere buoni genitori: «Un genitore che legge a un figlio in pubblico sta facendo una dichiarazione al mondo».

L’era digitale ha fatto in modo che l’atto di leggere, specie in pubblico, diventasse onnipresente, ma chiaramente ha creato un’ulteriore differenziazione. Chi vuole segnalare la propria intelligenza al mondo non può servirsi di strumenti digitali. Tablet e smartphone non segnalano un gusto o una raffinatezza particolare.  E così gli arredatori di interni continuano a usare le librerie per rappresentare eleganza e sofisticatezza.  Un’azienda che si chiama Books by the Foot offre ai propri clienti di curare una libreria che faccia incontrare «la tua personalità con le tue esigenze di spazio» fornendo libri divisi per «colori, grandezza, altezza e temi». Un business che dimostra come, anche nell’era digitale il libro in quanto oggetto continui a simboleggiare la cultura alta.

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