Il risarcimento per il loro smarrimento è quindi lo stesso di quello per una valigia, dice una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea.
Dell’attentato a Sigfrido Ranucci sta parlando molto anche la stampa estera
La notizia è stata ripresa e approfondita da Le Monde, il New York Times, il Washington Post, Euronews e l’agenzia di stampa Reuters.

Intorno alle 22 di ieri sera, una bomba realizzata con un kilo di esplosivo ha fatto saltare in aria la macchina del conduttore di Report, il giornalista Sigfrido Ranucci. L’esplosione è avvenuta alle porte di Roma, a Pomezia, e ha dato alle fiamme, oltre all’auto di Ranucci, la vettura della figlia parcheggiata a pochi metri di distanza. Sono in corso indagini dei carabinieri che stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza ad ampio raggio che potrebbero aver ripreso chi ha piazzato la bomba. La trasmissione Report nei suoi profili social ha fatto riferimento all’esplosione di «un ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista» e sottolineato come la deflagrazione avrebbe potuto uccidere.
Questa notte un ordigno è stato piazzato sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. L’auto è saltata in aria, danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di… pic.twitter.com/KmDycbpgq1
— Report (@reportrai3) October 16, 2025
Sigfrido Ranucci è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denuncia anche «il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti», ricordando di aver subito varie minacce negli ultimi tempi: sono stati ritrovati due proiettili fuori dalla sua casa ed è stato pedinato da soggetti poi identificati dagli agenti della sua scorta. L’esplosione dell’ordigno è avvenuta a qualche giorno dall’inizio della nuova stagione di Report. Messaggi di vicinanza e solidarietà sono subito arrivati a Ranucci via social e attraverso canali ufficiali, tra questi ci sono stati quello del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro degli Esteri Antonio Tajani e dell’ad della Rai Giampaolo Rossi.
Anche la stampa estera ha coperto la vicenda. Le Monde, il New York Times, Euronews, il Washington Post e l’agenzia di stampa Reuters ne hanno scritto tutti. L’attenzione negli articoli, oltre alla notizia in sé, è rivolta allo stato della libertà di stampa in Italia. Il New York Times nel suo articolo cita dei dati di Reporter senza frontiere secondo i quali quest’anno circa 20 giornalisti italiani che hanno indagato sulla corruzione e sulla criminalità organizzata sono stati messi sotto scorta. Sul sito di Reporter senza frontiere si legge che «la libertà di stampa in Italia continua ad essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari piccoli gruppi estremisti violenti». I giornalisti denunciano anche i tentativi dei politici di ostacolare la loro libertà di seguire i casi giudiziari attraverso una “legge bavaglio”, oltre alla prassi ormai comune in Italia delle procedure SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation).

Se è vero che tra i giovani esiste un'epidemia di solitudine, una delle spiegazioni possibili è la diffusione della cringe culture, filosofia fondata su una sola e unica regola: evitare a tutti i costi il rischio di risultare imbarazzanti.