Cosa significa la mania che si è scatenata intorno al caso del killer del Ceo di UnitedHealtcare.
Shein ha usato un modello AI uguale a Luigi Mangione in una pubblicità ma è stata subito costretta a rimuoverla
È durata poco, molto poco, la prima volta di Luigi Mangione come testimonial di una multinazionale (a sua insaputa).

Forse Shein voleva provare a fare quello che quest’estate ha fatto American Eagle con Sydney Sweeney: inventarsi una pubblicità capace di diventare per giorni, per settimane oggetto di dibattito pubblico in mezzo mondo. Le intenzioni sicuramente erano le migliori, l’esecuzione indubbiamente è da migliorare. Scegliere come proprio testimonial un modello generato dall’AI già non è la più popolare delle scelte, oggigiorno, come quello che è successo a Vogue Us alla fine di luglio. Se in più quel modello AI è identico a uno degli uomini più controversi del mondo, Luigi Mangione, è difficile che la pubblicità si riveli un successo. Lo hanno imparato a proprie spese, da Shein: poco dopo aver pubblicato una pubblicità il cui protagonista era un Mangione AI generated, l’azienda è stata subito costretta a cancellare tutto e sperare che non troppo persone se ne fossero accorte (forse tutto è successo perché i legali di Mangione hanno minacciato una causa per violazione del diritto d’immagine? Forse le foto di Mangione si possono usare solo sul suo sito, luigimangioneinfo?). Al momento, sulla pagina del sito di Shein dove prima campeggiava un sorridente Mangione in camicia floreale si legge un messaggio che ben riassume tutta la vicenda: “Oops…”.

Quel che resta della pubblicità con protagonista il Luigi Mangione AI sul sito di Shein

Tote bag, Birkenstock Boston, jeans giapponesi, auricolari a filo, in mano una tazza di matcha e un libro, meglio se di Sally Rooney o bell hooks: è la divisa del performative man, che dovrebbe essere l'antidoto al maschio tossico. Ma che rischia di essere pure peggio.