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C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
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Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
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Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

È meglio scrivere un romanzo o un racconto breve?

14 Febbraio 2018

«Essere brevi richiede tempo», scrive John Dufresne su Literary Hub. Secondo lui (che ha appena scritto un libro dedicato all’argomento: Flash! Writing the Very Short Story) scrivere racconti brevi è quasi più difficile che scrivere un romanzo. Volendo esagerare con la concisione, poi, esiste una forma ancora più breve del racconto breve: è quel tipo di storia, che può anche consistere in una sola frase, che ha fatto vincere a Lydia Davis il Man Booker International Prize nel 2013. Così i giudici del premio commentarono il lavoro della scrittrice, famosa per le sue storie cortissime: «Come categorizzarle? Le abbiamo chiamate storie ma potremmo anche definirle  miniature, aneddoti, battute, parabole, favole, testi, aforismi o massime, preghiere o semplici osservazioni».

Secondo Dufresne il racconto breve è il formato ideale del ventunesimo secolo, un’era in cui la nostra concentrazione è sempre più  difficile da catturare, abituata com’è a saltellare tra i social network e le mille finestre aperte sugli schermi dei nostri pc e smartphone. Ed è proprio questo il punto: i nostri schermi sono il medium ideale per la “flash fiction”. Una forma ridotta e concentrata che, nei suoi esiti migliori, non ha niente da invidiare al romanzo.

«Il mercato della flash fiction è in costante crescita», scrive Dufresne. «È molto più facile trovare dove pubblicare una storia breve che convincere un editore a leggere un romanzo». E poi: «Se stai pensando di scrivere un libro, cominciare con una storia breve potrebbe essere il primo passo». In effetti, il caso editoriale di “Cat Person” è un esempio della sua teoria: il racconto pubblicato sul New Yorker e diventato virale, infatti, ha permesso all’autrice, Kristen Roupenian, fino a quel momento piuttosto sconosciuta, di strappare un contratto da un milione di dollari all’editore che pubblicherà il suo primo libro, You Know You Want (che non sarà un romanzo, ma una raccolta di racconti).

Lydia Davis (foto Getty)
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