Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
La regina degli scacchi ha scatenato un dibattito sul maschilismo nel settore
Della bellissima serie Netflix con Ana Taylor-Joy ispirata al romanzo omonimo del 1983 di Walter Tevis (pubblicato in Italia da minimum fax nel 2007) abbiamo già parlato in questo articolo, che racconta perché La regina degli scacchi è uno dei prodotti più interessanti della stagione. In teoria, una serie tv che ruota intorno alla vita di una campionessa di scacchi non sembra molto avvincente, in realtà è tutto il contrario. Le sette puntate di un’ora dirette da Scott Frank sono ipnotiche anche per chi non ha mai toccato una scacchiera in vita sua e ignora completamente qualsiasi rituale e regola attinente al mondo degli scacchi. Ma se la serie è in grado di generare dipendenza in chi è completamente indifferente al mondo degli scacchi, pensate cos’ha provocato negli appassionati, e in particolare nelle giocatrici.
Uno dei temi de La regina degli scacchi, infatti, è il maschilismo con cui la protagonista si trova fin da subito a dover fare i conti per riuscire a emergere nel suo settore. Maschilismo che, a quanto pare, nella realtà, è ancora peggio: l’hanno raccontato al New York Times diverse giocatrici professioniste, tra cui Judit Polgar, unica donna ad essere mai stata classificata nella Top 10 dei migliori scacchisti. Polgar, che si è ritirata nel 2014, ha elogiato la serie dicendo di aver provato un senso di déjà-vu, tranne che per un aspetto: gli uomini non l’hanno mai trattata con la gentilezza, l’educazione e la galanteria con cui si rivolgono alla protagonista: «Ci sono stati giocatori che si sono rifiutati di stringermi la mano», ha ricordato Polgar. «Uno, dopo aver perso, ha dato una testata sulla scacchiera». Essere sconfitti da una donna, a quanto pare, li mandava in escandescenza. Secondo le testimonianze raccolte da Dylan Loeb McClain, alcune giocatrici hanno avuto esperienze leggermente migliori: resta il fatto che la serie ha scatenato un bel dibattito nel settore, in cui per un giocatore uomo è ancora possibile scrivere pubblicare un articolo dal titolo “Perché le donne perdono a schacchi?“.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.