Cosa abbiamo letto a novembre in redazione.
A giudicare dai nomi in gara, Carlo Conti vuole che Sanremo 2026 piaccia soprattutto ai giovani
Tanti nomi emergenti, molto rap e veterani al minimo: è questo il trend di Sanremo 2026, pensato per un pubblico social e under trenta.
Durante il TG1 del pranzo domenicale, il direttore artistico Carlo Conti ha annunciato la lista dei trenta Big di Sanremo 2026, con inevitabile codazzo di reazioni, commenti e polemiche, com’è nel dna del Festival. A colpire dell’elenco degli artisti in gara è soprattutto l’età. Conti infatti, che negli scorsi mesi ha parlato di oltre duecentocinquanta canzoni inviate alla selezione, sembra aver deciso di privilegiare artisti “giovani” anagraficamente o comunque poco noti al grande pubblico. Tra i nomi che subito hanno attirato l’attenzione c’è per esempio la giovane promessa del rapper nostrano Sayf e il collega Samurai Jay, vero tormentone TikTok dell’estate.
Il genere di riferimento di quest’edizione sembra proprio essere il rap, a partire dai veterani J-Ax e Luchè, fino ad arrivare ai nuovi arrivati sulla scena. A mancare invece sono proprio i veterani della musica leggera italiana, con la sola Patty Pravo rappresenta la tradizione più storica del Festival. La scelta segna una cesura rispetto agli ultimi anni, quando il mix tra pop mainstream, cantautorato e veterani garantiva un maggiore equilibrio generazionale. Conti sembra invece voler parlare a un pubblico più giovane, quello che negli ultimi festival ha trainato ascolti e conversazioni online.
Le bambole di pezza per esempio sono una delle formazioni punk rock più longeve dell’underground italiano, già protagoniste di un ricambio generazionale nella propria formazione e pronte a portare un immaginario distante dal tradizionale palco dell’Ariston. Anche la presenza di figure nate su piattaforme digitali segnala un tentativo di intercettare linguaggi e comunità che dominano l’attuale cultura musicale. Alle critiche sulla mancanza dei “grandi vecchi”, Conti ha risposto a Rockol spiegando che l’idea stessa di big è relativa: «Per esempio mia suocera non sa chi è Samurai Jay, ma sa chi è Patty Pravo. Viceversa magari c’è un ragazzino che non sa chi è Patti Pravo e conosce benissimo Aka7even. Quindi è tutto relativo».
Come ormai da tradizione degli anni recenti, l’annuncio è stato correlato dalle reazioni video dei partecipanti scelti da Conti, ma anche di qualche escluso. La migliore? Quella di Stefano Scala, giovane attore la cui foto per un errore di grafica è stata messa al posto di quella di Aka7even. Scala ha ironicamente ringraziato via social Carlo Conti per averlo messo in coppia con LDA «anche se lo conosco da dodici minuti».
È il più “schivo” dei musicisti italiani, evita l'autopromozione e limita moltissimo anche i live. E nonostante questo, il suo Una lunghissima ombra è stato uno dei dischi più attesi del 2025. Lo abbiamo intervistato nel nuovo numero di Rivista Studio, appena uscito.