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Da Sanremo a Napoli passando per Lagonegro

Vince Angelina Mango, si spengono (forse) finalmente le polemiche su Geolier, finisce così il piano quinquennale con il quale Amadeus ha riportato il Festival al centro della cultura pop italiana.

di Lorenzo Camerini

È finita verso le tre di notte, dopo decine di saluti alla mamma e a Mara Venier, la quinta serata di Sanremo, epilogo dei cinque anni di Amadeus alla conduzione. Vince Angelina Mango da Lagonegro (Potenza), una donna dieci anni dopo Arisa (entrambe lucane, tra l’altro), grazie alla sua cumbia della noia scritta con Madame e Dardust, una canzone vagamente balcanica che spopolerà la prossima estate negli stabilimenti balneari. Si chiude una legislatura illuminata, camp, aperta a tutti: Ama il rottamatore ha ereditato un festival vecchiotto, zimbello dei giovani, e l’ha trasformato nell’evento che tiene in ostaggio l’Italia per una settimana e genera milioni di streaming, spingendo canzoni di Mahmood nell’élite delle più ascoltate al mondo. Le case discografiche avranno già iniziato l’opera di persuasione con Amadeus per convincerlo a occuparsene altri cinque anni. Lui, se è un po’ furbo, potrebbe monetizzare il momento magico e offrirsi come conduttore del principale festival musicale dell’Arabia Saudita.

Visto che le canzoni in concorso quest’anno non sono state esattamente mozzafiato, ci siamo concentrati sulle polemiche idiote. Prima l’affaire Travolta, il ballo del qua qua, le presunte firme negate sulla liberatoria e le scarpe antinfortunistiche. Nel tentativo di giustificare le spese che un quotidiano deve affrontare per mandare gli inviati una settimana a Sanremo in questo periodo dell’anno (gli hotel non costano poco), ci siamo dovuti sorbire tutta una serie di pappardelle su questa scemenza, usata come gancio per riflettere addirittura sulla lotta al patriarcato, la pubblicità occulta, la reputazione dell’Italia nel mondo. Si è temuto un boicottaggio delle star internazionali, preoccupazione sgonfiata però subito da Russell Crowe. Poi le controversie sullo pseudoattivismo di Ghali e Dargen, con i loro inviti alla pace nel mondo, che comunque schierarsi contro le discriminazioni porta punti al Fantasanremo, e le loro successive trasformazioni in martiri espresse con dei quadratoni su Instagram. Infine la polemica regina, quella che ha investito il povero Geolier.

Che cosa ha fatto di male? Ha vinto la serata di venerdì, quella dedicata alle cover. Geolier si è presentato con Luchè, Gigi D’Alessio e Guè e ha cantato un medley, va detto, forse poco comprensibile per chi non è pratico di rap. Risultato: fischiatissimo dal teatro quando è stato chiamato a ritirare il premio, e dileggiato sui social per aver sconfitto la principessa del festival Angelina Mango, che in effetti aveva interpretato con classe e sentimento “La rondine” di suo padre. Geolier è stato contestato di nuovo ieri a inizio serata quando Amadeus ha letto la classifica provvisoria, con lui in testa. Online è germogliato uno sgradevole accanimento contro Geolier accusato di complottare, non si capisce bene come, per truccare le votazioni. C’è chi si è spaventato all’idea che avrebbe potuto rappresentarci all’Eurovision, chi borbottava perché lui aveva ricordato ai suoi follower che si può votare fino a cinque volte con la stessa sim (cosa avrebbe dovuto fare? Invitare i suoi fan a votare per La Sad?), chi si lamentava – ancora – perché non canta in italiano, scrivendolo sui social con due refusi in una frase e tutti gli accenti sbagliati.

In un crescendo poco edificante si è arrivati fino ai luoghi comuni stantii sui napoletani, che avrebbero tanto tempo libero e poca voglia di lavorare, combinazione perfetta per trascorrere il pomeriggio a sgraffignare ai turisti i telefonini che servono per votare Geolier. Ieri mattina una giornalista in conferenza stampa gli ha chiesto se non si sentisse in imbarazzo per aver rubato la vittoria venerdì. Lui ha risposto, anche troppo gentile: io mi sono solo esibito, non ho rubato nulla. Al Tg1 ha aggiunto che venerdì sera il pubblico avrebbe fischiato chiunque avesse vinto al posto di Angelina Mango. Saviano ha pubblicato un video su Instagram per difenderlo, mentre iniziavano a girare voci su una campagna di critica e sala stampa per riequilibrare il voto popolare. Non avremmo un po’ esagerato? Nella sua esibizione di ieri sera è sembrato un po’ giù, veniva voglia di abbracciarlo, dopo aver cantato se ne è andato lemme lemme senza nessun discorsetto motivazionale. Alla fine è arrivato secondo, prendendo comunque il 60 per cento dei voti degli spettatori a casa nell’ultimo testa a testa. Si consolerà in fretta, il suo disco è stato il più venduto in Italia nel 2023 e a giugno si esibirà per tre sere di fila allo stadio Maradona.

Intanto, davanti agli occhi di un Paese eccezionalmente attaccato al televisore, è nata una nuova stella nella notte di Sanremo. Angelina Mango si tiene lontana dalle scaramucce, trionfa, raggiunge in un battibaleno il milione di follower su Instagram e si affaccia al mondo dello show business con ottime credenziali. Potevano vincere in tanti. le canzoni suonano più o meno tutte uguali, divise in due sottogeneri: la ballata dolente e il pezzo dance. Momento migliore della serata lo sguardo di Fiorello a Fred De Palma quando, dopo essersi offerto di fargli un beat con la voce per aiutarlo a improvvisare un freestyle, si è sentito chiedere dal rapper: «Lo sai fare?». Alla fine è stato davvero il Festival delle donne. I premi minori vanno a Fiorella Mannoia e Loredana Bertè, Annalisa è sul podio (anche se tra le lacrime), Emma e Alessandra Amoroso hanno aggiunto una hit al repertorio, Clara e Rose Villain guadagnato nuovo pubblico, Angela dei Ricchi e Poveri si è divertita un sacco. Purtroppo, tutte le cose belle hanno una fine. Amadeus e Fiorello escono dall’Ariston, salutano la facciata del teatro e se ne vanno via per sempre nella notte a bordo di una carrozza con cocchiere in divisa, trainata da due cavalli bianchi.