Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari.
Dopo l’attentato, Salman Rushdie ha perso l’uso di una mano e di un occhio
L’agente di Salman Rushdie ha rivelato alla stampa che, in seguito all’attentato subito a New York il 12 agosto, lo scrittore ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano. Finora non era ancora stato chiarito, né dai familiari né dall’entourage di Rushdie, quanto gravi fossero le ferite riportate dallo scrittore. È stato Andrew Wylie, agente di Rushdie, a chiarire la situazione in un’intervista pubblicata sul quotidiano spagnolo El País sabato 22 ottobre. «Le ferite erano profonde e ha anche perso la vista da un occhio. Aveva tre ferite gravi al collo. Una mano non potrà più usarla perché i nervi del braccio sono stati recisi. E ha circa altre quindici lacerazioni al torace e nella parte superiore del corpo. Insomma, è stato un assalto di una violenza brutale».
Nella stessa intervista – ripresa, tra gli altri, anche dal Guardian – Wylie si è rifiutato di dire se Rushdie in questo momento si trovi ancora ricoverato in ospedale o sia già tornato a casa. «La cosa più importante è che è vivo». Ha poi rivelato che già in passato lui e Rushdie avevano discusso della possibilità che un attentato come questo si verificasse, prima o poi. «Il pericolo più grande che ha mai dovuto affrontare, così tanti anni dopo la dichiarazione della fatwa nei suoi confronti, è stata una persona qualunque, sbucata dal nulla, che lo ha aggredito. In una circostanza del genere proteggersi e proteggerlo è impossibile, perché è una cosa del tutto imprevedibile e irrazionale. È stato come l’omicidio di John Lennon».
L’uomo accusato di aver accoltellato Rushdie si chiama Hadi Matar, ha 24 anni e il 18 agosto nei suoi confronti sono state formalizzate due accuse: una di tentato omicidio di secondo grado e una di tentata aggressione di secondo grado. Per entrambi i capi d’imputazione, Matar si è dichiarato non colpevole. Soltanto due settimane prima dell’attentato, Rushdie aveva raccontato al magazine tedesco Stern di considerare le aggressioni ai suoi danni «una cosa del passato. La fatwa è una cosa di tanto tempo fa. La mia vita adesso è una vita normale».

Abbiamo incontrato la scrittrice per parlare di Terrestre, raccolta di racconti che ha definito come «il lato b di L’invincibile estate di Liliana», il libro con cui ha vinto il Pulitzer.