A Milano per la prima mostra dedicata ai suoi quadri, lo scrittore ci ha parlato di James, il romanzo con il quale ha vinto il Pulitzer, della prosa di Mark Twain e del perché Wittgenstein è uno stronzo.
A New York viene esposto l’archivio personale di J.D. Salinger

«C’è una pace meravigliosa nel non pubblicare. È una sensazione pacifica», così scriveva J.D. Salinger. Non esiste, forse, nessun’altra frase che meglio esprima il pensiero dello scrittore americano, così schivo, per il quale «pubblicare è un’invasione tremenda nella mia privacy». A quasi dieci anni dalla sua scomparsa (27 gennaio 2010) e nell’anno in cui avrebbe compiuto 100 anni, si torna a parlare di Salinger grazie al lavoro di ricerca del figlio, Matt che ha setacciato il grande archivio paterno scegliendo il materiale più interessante che sarà esposto in mostra alla New York Public Library, dal prossimo 18 ottobre.
Come riporta il Guardian, la mostra, gratuita, che durerà tre mesi, comprenderà effetti personali e letterari, dal dattiloscritto originale di The Catcher in the Rye, alla libreria personale che Salinger teneva in camera da letto. Vi saranno inoltre fotografie d’infanzia, comprese quelle del suo servizio nell’esercito degli Stati Uniti, e informazioni sul tempo passato sulla nave da crociera MS Kungsholm. Pagine, oggetti, articoli d’infanzia e corrispondenze con gli amici, compagni di guerra e autori quali Ernest Hemingway.
«Era un uomo notoriamente privato, che ha condiviso il proprio lavoro con milioni di persone», ha continuato il figlio. «Eppure tutti i pensieri più intimi ha voluto tenerli solo per pochissime persone, incluso me. Ma so che là fuori è pieno di persone che si sono sentite, o si sentono, figli suoi, che hanno stretto con lui un rapporto profondo attraverso le sue storie. Meritano di conoscere».

Il film Disney-Pixar si intitola Gatto, è ambientato a Venezia e lo dirige Enrico Casarosa. Il film al quale viene accostato lo potete indovinare facilmente.