Hype ↓
22:15 mercoledì 30 aprile 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Roma senza Sordi

A dieci anni dalla scomparsa dell'attore la città ricorda il suo simbolo con una sgangherata mostra tra copioni, costumi e un significativo striscione.

22 Febbraio 2013

Sono passati dieci anni dalla morte di Alberto Sordi e a lui oggi sarebbe piaciuto molto il contesto in cui la sgangherata mostra al Vittoriano romano lo celebra, tra centurioni a truffare turisti sulla scalinata di botticino che guarda piazza Venezia, guardiani sulla cinquantina con improbabili tinture di capelli, che aiutano visitatori disabili stranieri su seggiole elettriche (“aho, che hai torto er freno?”). Si è poi sotto lo stesso Campidoglio dove nel 2000 al suo ottantesimo compleanno il sindaco Francesco Rutelli (immortalato con un perplesso premier Giuliano Amato) lo nominò sindaco per un giorno – anche se nelle foto Sordi ha l’aria un po’ malinconica, sembra un po’ troppo una fanfaronata persino a lui.

Non si sa cosa direbbe oggi di questa Roma e dell’Italia pre-elettorale, lui inventore tra l’altro del detto er più pulito cià la rogna (dal Moralista, 1959), tra aspiranti leader senza laurea e atmosfere alla Tutti dentro, il suo film (1984) forse profetico, con un Ingroia-Di Pietro con capelli però alla De Michelis. Soprattutto non si sa cosa direbbe di questa Roma senza Papa, lui che da cattolico romano ha sempre avuto rapporti devozionali intensi, fino all’incontro con un già malatissimo Wojtyla, il 17 dicembre 2000; a cui ribadì il suo impegno bambino di chierichetto in Santa Maria in Trastevere. Unico attore ad aver avuto funerali quasi pontificali – il 27 febbraio 2003, in San Giovanni in Laterano, celebrati dal cardinal Ruini. Come romanità, gli è sopravvissuto il suo unico alter ego possibile, il senatore a vita Giulio Andreotti, suo ospite di vettura nel Tassinaro, con cui condivideva oltre a un certo cinismo e al riconoscimento di un unico potere possibile, quello d’Oltretevere, la passione per la Roma. «Se nasci nella capitale non puoi non essere romanista»; e «i laziali so quelli di fuori le mura, ce portano le ova fresche e la ricotta e quando arrivano in città alzano la testa e dicono ‘mbo». E sul feretro, esposte sciarpe e maglie, con scritte “all’Ottavo re di Roma” e “Ciao, Albé”.

I funerali, dunque, abbastanza unici: un aereo da turismo sorvola San Giovanni con uno striscione: “Stavorta ciai fatto piagne”. Duecentocinquantamila persone presenti. Prima pagina del Messaggero, con foto gigante e titolo “Ciao!”, e commento in taglio basso di Walter Veltroni (“La grande anima di Roma”). Laziali negletti, oltre che romanisti, giocano col lutto al braccio la domenica successiva. La bara viene portata al Verano, alla tomba di famiglia, dove viene vegliata da alcuni centurioni forse parenti di questi che oggi presidiano abusivi le scalinate del monumento a Vittorio Emanuele. E omaggi per settimane intere alla mitica villa di via Druso, casone da compound diplomatico tra porta Metronia e Caracalla, con piscina e palmizi, oggi sempre con tapparelle abbassate. Tutti i cimeli di questa mostra romana vengono infatti dal casale disegnato dall’architetto Busiri-Vici, inventore del concept rustico-imperiale molto in voga nel Dopoguerra.

Sordi lo compra nel 1958 per ottanta milioni di lire, battendo De Sica, per celebrare l’ormai definitiva ascesa – in quell’anno è stato nominato commendatore della Repubblica dal presidente Gronchi; apparteneva già a Dino Grandi, ministro degli Esteri e poi liquidatore del fascismo. Il casone viene riempito di mobili e tendaggi. A vegliare sugli “aggeggi della prudenza e della demenza domestiche” sordiane, le sorelle, che anche accumulano commoventi album in tela verde e etichette rosse con scritte dorate con tutte le recensioni di tutti i duecento film di Sordi. Poi anche un  toro meccanico, fatto costruire in Baviera, forse dagli eredi degli ingegneri delle macchine di Ludwig; rosso, sta al centro del salone; sembra una grande affettatrice Berkel. Poi, viene spiegato, due De Chirico, molte immagini religiose in camera da letto. Molto Settecento; «Se non fossi stato attore avrei voluto fare l’antiquario». Un tavolo rococò anche per l’ufficio in via Emilia, dietro i fasti della Dolce Vita, dove una solerte segretaria Annunziata valuta copioni, smista telefonate, tiene segreti, forse su imitazione della Enea andreottiana. E poi qui ci sono tanti cimeli, il cappello e gli stivaloni del Vigile (1960), il cappello da poliziotto di Un americano a Roma (1954): e tutti gli abiti e i bozzetti del più romano tra i suoi film: Il marchese del grillo (1981). E uno striscione gigante, al funerale celebrato con telecronaca sommessa da voce di annunciatore Rai-Luce: “Tu sei tu, e noi nun semo un cazzo”.

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.