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Cosa dicono (di brutto) dei padri le ricerche su Google

Le funzioni di autocompletamento di Google, com’è noto, si basano su ciò che viene scritto più frequentemente nella barra di ricerca, suggerendoci ciò che hanno già cercato gli altri. Gizmodo ha notato che scrivendo le parole “my dad” (mio padre), oppure “i think my dad” (penso che mio padre..), il motore di ricerca spesso riporta frasi negative, o direttamente inquietanti. Ad esempio, aggiungendo una semplice “k” il primo suggerimento diventa “I think my dad killed my mom” (penso che mio padre abbia ucciso mia madre), seguito dal più innocente “penso che mio padre sappia che ho fumato erba”, dall’ugualmente fosco “penso che abbia ucciso qualcuno” e da “penso che sappia che sono gay”.
Aggiungendo altre lettere alla base di partenza, peraltro, i suggerimenti sono ugualmente negative: “Penso che mio padre mi abbia molestato”, “penso che possa essere gay”, “penso che possa suicidarsi”, “penso che mi odi”, “mio padre si comporta come un bambino”, “penso che tradisca mia mamma”.
Facendo la stessa ricerca con la versione italiana di Google, i risultati non sono migliori, ad esempio:





Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.