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La vita e la carriera del giovane Gigi D’Alessio diventeranno un film Il biopic si intitolerà Solo se canti tu e a interpretare D'Alessio sarà Matteo Paolillo, meglio noto come Edoardo Conte di Mare fuori.
Migliaia di registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.
Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti, le dimissioni del Presidente del Consiglio e il Parlamento in fiamme In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.

Apre oggi il museo degli Oscar progettato da Renzo Piano

30 Settembre 2021

«È una bolla di sapone. È una nave volante. È un vascello volante, un dirigibile, uno zeppelin. Ma non è la “Morte Nera”».  Renzo Piano ha rilasciato al Los Angeles Times una lunga intervista nello stesso edificio che ospita l’Academy Museum of Motion Pictures, il museo degli Oscar, da lui progettato. Da quando sono stati svelati i primi progetti, il David Geffen Theatre, un teatro da mille posti all’interno del museo, a cui fa riferimento Piano parlando di «nave volante» o «lanterna magica», è stato ribattezzato la “Morte Nera”, data la somiglianza alla stazione di Star Wars. Il museo è situato nel quartiere Miracle Mile di Los Angeles, e ha come sede centrale un magazzino costruito nel 1938, ora ribattezzato Saban Building, chiamato da tutti il May Co., divenuto negli anni un centro commerciale e gravemente danneggiato dal terremoto nel 1987. «Per me è come un flirt», ha raccontato l’architetto. «È una piccola storia d’amore tra la signora anziana lì, l’edificio May Co. e il giovane vascello volante che atterra qui». Piano ha sottolineato al La Times come il progetto sia un gesto di affetto verso l’edificio May Co.: «Non ho mai incontrato una persona a Los Angeles che non amasse quell’edificio». 

(Photo by VALERIE MACON/AFP via Getty Images)

Già nel 2018 Piano definì il Pompidou come «un’astronave che atterra nel mezzo di Parigi», lo stesso che si potrebbe dire oggi del Geffen Theatre, anche se Piano precisa che il teatro, sospeso sul terreno da quattro piloni in cemento, non atterrerebbe mai, ma «leviterebbe». La forma del Museo dell’Accademia è ispirata, in parte, ai dirigibili che un tempo atterravano nella zona, quando il quartiere era un aeroporto. La connessione tra questo progetto e Renzo Piano sembra forte, considerando che Piano è nato da una famiglia di costruttori nel porto di Genova: «Sono cresciuto con due cose: i film e il mare», racconta «due mondi che riguardavano entrambi l’esplorazione. Il mare, come il cielo, è un luogo in cui qualcosa deve succedere oltre: l’infinito. E i film, perché ti portano in un altro mondo». L’architetto ha poi raccontato, sempre a proposito del museo degli Oscar e della passione per i lungometraggi, che da ragazzo aveva fantasticato sul diventare un regista, nonostante alla fine abbia scelto di studiare architettura. Per lui, comunque, i due ambiti condividono alcuni tratti: «Come nel cinema, anche nella progettazione di qualcosa hai bisogno di un esercito di persone e devi lavorare con un budget». In effetti ci è voluto quasi un esercito per costruire il museo, in particolare il Geffen Theatre, con un team internazionale di designer dello studio di Piano, il Renzo Piano Building Workshop e l’appoggio dell’ufficio di Los Angeles della società globale Gensler (l’architetto esecutivo del progetto) e KPFF Consulting Engineers.

Dopo il gala di inaugurazione di qualche giorno fa, a cui hanno presenziato anche Sophia Loren e il figlio Edoardo Ponti, il museo apre le porte ai visitatori oggi, con due anni di ritardo: il progetto, già slittato con ritardo al 2020, è stato poi lasciato in sospeso dalla pandemia. Lo spazio pubblico ed espositivo copre una superficie di 28.000 metri quadrati, i 5 mila oggetti esposti appartengono al mondo cinematografico con collezioni che comprendono anche 12,5 milioni di fotografie, 237 mila film e video, 85 mila sceneggiature e 65 mila manifesti. 

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