Hype ↓
16:14 giovedì 18 dicembre 2025
YouTube avrebbe speso più di un miliardo di dollari per i diritti di trasmissione degli Oscar Nessuna tv generalista è riuscita a superare l'offerta e quindi dal 2029 al 2033 la cerimonia verrà trasmessa in esclusiva su YouTube.
Miss Finlandia ha perso il suo titolo dopo aver fatto il gesto degli “occhi a mandorla” ma in compenso è diventata un idolo dell’estrema destra Il gesto è stato imitato anche da due parlamentari del partito di governo Veri finlandesi, nonostante il Primo ministro lo abbia condannato.
In un editoriale su Politico, Pedro Sánchez ha definito la crisi abitativa «la più grande emergenza di questa epoca» E ha invitato tutti i Paesi dell'Ue a iniziare a trattare il diritto alla casa come quello alla sanità e all'istruzione.
La Romania spenderà un miliardo di euro per costruire Dracula Land, un enorme parco giochi a tema vampiri Il parco verrà costruito vicino a Bucarest e l'intenzione è di competere addirittura con Disneyland Paris.
Tra i 12 film nella shortlist dell’Oscar al Miglior film internazionale ce ne sono tre che parlano di Palestina È invece rimasto fuori dalla lista Familia: il film di Francesco Costabile, purtroppo, non ha passato neanche la prima selezione dell’Academy.
I sostenitori di Trump sono andati sotto l’ultimo post Instagram di Romy Reiner a festeggiare la morte del padre A fomentare ulteriormente il loro odio è stata la breve didascalia del post che contiene una frase contro Trump.
La Spagna introdurrà un abbonamento mensile di 60 euro per viaggiare con tutti i mezzi pubblici in tutto il Paese È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
Amazon installerà nei Kindle una AI che ti spiega i libri se non li hai capiti
 La nuova funzione si chiama "Ask This Book” e servirà ai lettori confusi, distratti o non proprio sveglissimi.

Renzi e il Cav, per ora il treno va

Il punto della situazione nella relazione fra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia. Perché, nonostante tutto, il patto politico per ora regge.

17 Aprile 2014

A poco meno di quaranta giorni dalle elezioni europee i due politici più importanti del paese, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si presentano di fronte ai propri elettori, chi da Palazzo Chigi, chi da Cesano Boscone, giocando con una contraddizione che giorno dopo giorno sta diventando sempre di più il vero filo rosso da seguire per capire qualcosa sulla natura del governo Leopolda. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, al netto dello spin, della propaganda, dei futuri bisticci legati alla campagna elettorale, oggi si muovono come una coppia di fatto e paradossalmente in questa legislatura l’ex presidente del Consiglio non è mai stato vicino alla grande coalizione di governo come in questa fase politica. Più con Renzi, che con Letta. Pur trovandosi con Renzi all’opposizione e con Letta al governo. Perché? A chi conviene? E soprattutto, conviene davvero a qualcuno questa (apparentemente) strana alleanza?

Tre questioni. La prima questione è legata all’opportunità. Berlusconi ha bisogno di Renzi nella stessa misura in cui Renzi ha bisogno di Berlusconi. Senza Renzi, e senza la legittimazione che Renzi dà a Berlusconi riconoscendolo come indispensabile interlocutore per le riforme, per l’ex presidente del Consiglio non sarebbe facile, in questa fase di luna di miele tra il Rottamatore e l’opinione pubblica, e in questa fase di difficoltà giudiziarie su difficoltà giudiziarie, riuscire a essere ancora decisivo come un tempo. Senza Berlusconi, invece, e senza i preziosi voti offerti dal capo di Forza Italia al governo Leopolda, Renzi non solo non avrebbe avuto la possibilità di offrire a Napolitano una discontinuità evidente rispetto al governo Letta (in termini numerici, la vera differenza tra l’ultimo governo Letta e il governo Renzi è che i partiti coinvolti nelle riforme sono maggiori rispetto al governo dell’ex vicesegretario del Pd) ma non avrebbe neanche la forza di poter azzerare il dissenso interno al suo partito, dato che i voti che Forza Italia ha garantito sia per quanto riguarda la legge elettorale sia per quanto riguarda la riforma del Senato rendono numericamente irrilevante le piccole fronde dei parlamentari Pd a Palazzo Madama. La seconda questione, invece, riguarda la tattica politica. Per Berlusconi, oggi, mettersi a prescindere contro Renzi, ovvero contro il leader più popolare d’Italia, sarebbe un gesto paradossalmente troppo impopolare e l’ex presidente del Consiglio fa benissimo a tenere in piedi il tavolo delle riforme con l’ex sindaco di Firenze. Per Renzi, invece, aprire a Berlusconi le porte del governo, e in una certa misura anche le porte del Nazareno, sede del Pd, corrisponde ad aprire le porte, all’interno del Pd, agli elettori di Berlusconi, e giorno dopo giorno, sondaggio dopo sondaggio, è sempre più evidente che il segretario del Pd sembra avere più strumenti e più forza anche di Alfano per attrarre verso di sé i delusi dal berlusconismo.

La terza questione è invece legata a un tema culturale. Su molti fronti, infatti, Berlusconi e Renzi si muovono come fossero un’unica creatura politica non solo per questioni di tattica ma per questioni di naturali convergenze parallele. Si dice spesso che il migliore nemico del mio nemico è sempre il mio migliore amico e da questo punto di vista i nemici, o per meglio dire, gli avversari che hanno in comune Renzi e Berlusconi sono davvero molti. Sindacati. Corporazioni. Tecnocrati. Professoroni. Magistratura chiodata. Professionisti dell’antimafia. Vecchi comunisti. E così via. L’alleanza tra Berlusconi e Renzi, dunque, è forte e lo stesso presidente del Consiglio non perde occasione per tenere uniti i fili del dialogo tra Pd e Forza Italia (vi dice nulla Luisa Todini, ex parlamentare europea berlusconiana, alla guida di Poste?). Il treno per ora va. Berlusconi può esultare per aver ricevuto, ai servizi sociali, uno status di oggettiva agibilità politica. Ci sono altri processi che penzoleranno sulla sua testa come molte spade di Damocle. Ma il vero problema per il centrodestra oggi è aggiungere un tassello alla sua strategia. Va bene la profonda sintonia con Renzi. Va bene l’asse per le riforme. Ma per evitare che il segretario del Pd si trasformi nel vampiro di Forza Italia per Berlusconi è arrivato il momento di fare scouting, di trovare talenti, di sbarazzarsi della vecchia guardia e di ragionare su una parola tabù all’interno di Forza Italia. Una parola che fa rima con Rottamazione ma che suona più o meno così: successione. E se non ora, quando?
 

Photo credits: Sean Gallup/Getty Images.

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.