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13:23 mercoledì 5 novembre 2025
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare i suoi film per addestrare Sora 2 a crearne delle brutte copie Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni, il neosindaco di New York Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump Nelle prime dichiarazioni pubbliche e social, il neosindaco ha anche ribadito la promessa di ridisegnare NY a misura di migranti e lavoratori.
Ogni volta che va a New York, Karl Ove Knausgård ha un carissimo amico che gli fa da cicerone: Jeremy Strong E viceversa: tutte le volte che l'attore si trova a passare da Copenaghen, passa la serata assieme allo scrittore.
È uscito il trailer di Blossoms, la prima serie tv di Wong Kar-Wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.

Anche il Regno Unito accelera sul riconoscimento della Palestina come Stato 

La mossa del presidente francese Macron sembra aver innescato un cambiamento di rotta senza precedenti nel Vecchio continente.

30 Luglio 2025

Dopo Parigi, anche Londra e La Valletta sono pronte a riconoscere la Palestina come nazione. Si frattura così il fronte che da sempre sulle due sponde dell’Atlantico tiene una posizione vicina ai desiderata di Tel Aviv. Ad annunciarlo è stato ieri lo stesso premier Keir Stramer con un discorso pubblico, poi rilanciato sui social. I commentatori politici inglesi, come ben sintetizza EuNews, riportavano da giorni le crescenti pressioni sul primo ministro inglese da parte di molti parlamentari affinché si allineasse al presidente francese nell’esercitare maggiore pressione diplomatica su Israele. 

Le notizie e le immagini della carestia in corso nella Striscia hanno infatti fatto montare l’indignazione nell’opinione pubblica di nazioni storicamente allineate alla posizione israeliana, così come la consapevolezza che il primo ministro isreaeliano Benjamin Netanyahu sembra particolarmente sensibile a questo tipo di pressione diplomatica. Nel suo annuncio Stramer ha infatti sottolineato come «l’unico modo per porre fine a questa crisi umanitaria è attraverso un accordo a lungo termine» sostenendo che «il nostro obiettivo resta un Israele sicuro e protetto, accanto a uno Stato palestinese vitale e sovrano. Ma in questo momento quell’obiettivo è sotto pressione come mai prima d’ora».

Anche l’Inghilterra dunque torna a sostenere con forza la soluzione dei due Stati, verso cui si sta muovendo l’intero organo delle Nazioni Unite. È in vista della riunione di settembre dedicata al confitto nella striscia di Gaza che molti paesi stanno rivedendo la loro posizione. È importante ricordare infatti che più di due terzi dei membri dell’Onu già riconoscano la Palestina come Nazione: tra la cinquantina di stati reticenti ci sono gli Stati Uniti, i loro alleati storici e buona parte del Vecchio continente. Ora per le defezioni si moltiplicano e a velocità impressionante. Fino a pochi giorni fa tuttavia Stramer era allineato alla posizione prudenziale di un riconoscimento eventuale della Palestina a fine conflitto. Questo cambio di rotta lascia tra l’altro l’Italia priva del suo partner europeo più forte nel sostenere l’approccio più cauto e allineato alla linea statunitense. 

Non mancano però voci molto contrarie alla storica svolta all’interno della stessa Gran Bretagna. In particolare a opporsi sono i parenti inglesi degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, che chiedono di bloccare il riconoscimento finché tutti i prigionieri non verranno liberati, come riportato dal Guardian.

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Progressista, antimilitarista, pacifista, si è espressa contro il riarmo in Europa e ha condannato il genocidio in Palestina.