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I Public Enemy hanno licenziato Flavor Flav per colpa di Bernie Sanders
Le primarie americane devono ancora entrare nel vivo, ma intanto hanno fatto una vittima nel mondo della musica: i Public Enemy hanno licenziato uno dei membri fondatori, Flavor Flav, per una questione che secondo alcuni – tra cui il Guardian, che ne ha parlato approfonditamente ieri – sarebbe strettamente collegata alla candidatura di Bernie Sanders. In un comunicato piuttosto freddo si legge come il gruppo abbia deciso di andare avanti anche senza di lui: «Lo ringraziamo per i suoi anni di servizio e gli auguriamo il meglio».
La scintilla che ha dato il via alla separazione è stata la settimana di preparazione al concerto della scorsa domenica; settimana in cui gli avvocati di Flavor Flav avevano precisato in una lettera che il rapper non aveva dato il suo appoggio pubblico ad alcun candidato e che di conseguenza Sanders – a cui il gruppo nel suo insieme è molto vicino – non era autorizzato ad utilizzare il brand di Public Enemy durante la sua campagna elettorale. Una volta annunciata la rottura Flav ha scritto su Twitter di essere stato «deluso» da Chuck D, un altro dei fondatori: «Vuoi davvero distruggere qualcosa che abbiamo costruito in 35 anni per colpa della politica?», ha chiesto all’ex compagno.
Da parte della band non è stata accettata la lettura “politica” della separazione. «Bernie non c’entra nulla con la situazione che riguarda Flav», ha detto Chuck D dopo la rottura, «lui non saprebbe nemmeno distinguere Barry Sanders (un giocatore di football americano, ndr) da Bernie Sanders». Se Flav non ha appoggiato Sanders è stato perché «lui non accetta di esibirsi gratis: se ci fosse stata una borsa piena di soldi sarebbe stato sul palco davanti a tutti». Lo stesso Chuck D ha spiegato anche come i rapporti tra la band e Flav fossero incrinati da tempo, e che quest’ultimo era stato già sospeso in passato.

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