Husamettin Dogan, uno dei 51 condannati nel primo processo, aveva fatto appello eccependo di non sapere che la donna fosse stata drogata dal marito.
L’unico uomo ad aver fatto ricorso in appello nel processo Pelicot in secondo grado ha preso una pena più severa di quella presa in primo grado
Husamettin Dogan era stato condannato a 9 anni nel primo processo. Alla fine di quello d'appello, la sua condanna è salita a 10 anni.

L’unico uomo che ha fatto appello contro la sentenza di condanna a 9 anni di carcere comminatagli in primo grado per aver violentato Gisèle Pelicot ha ricevuto una pena ancora più severa al termine del processo d’appello. Husamettin Dogan sperava evidentemente in una riduzione della pena, ma si è subito capito che le cose per lui si sarebbero messe male. Il pubblico ministero, al temine del processo d’appello, ha chiesto per lui una condanna a 12 anni di carcere, adducendo la motivazione che «non si può, nel 2025, pensare che, poiché lei non ha detto nulla, fosse d’accordo. Perché questo tipo di ragionamento appartiene a un’altra epoca». La ragione per la quale Dogan ha fatto ricorso, infatti, era proprio questa: dimostrare che lui non aveva idea che Pelicot fosse drogata mentre subiva le violenze. Secondo la difesa di Dogan, questo sarebbe bastato a provare che l’uomo credeva che Pelicot fosse consenziente.
Dogan ha negato di aver avuto l’intenzione di violentare Gisèle e ha sostenuto di essere stato ingannato da Dominique Pelicot, l’ex marito di Gisèle, già condannato a 20 anni di carcere. Dominique non ha presentato ricorso dopo il processo di primo grado e ha anche fornito la sua testimonianza nel processo d’appello a Dogan, confutando la sua versione dei fatti e ribandendo che lui, come tutti gli altri uomini che hanno violentato Gisèle, era perfettamente consapevole che la donna era drogata mentre subiva le violenze. Il caso Pelicot, dunque, è vicino alla fine. Manca un ultimo processo, in sede civile, che inizierà a novembre presso il tribunale di Avignone. Servirà a stabilire il risarcimento dei danni dovuti a Gisèle e alla sua famiglia, che dovrà essere pagato congiuntamente dagli uomini condannati.
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In Italia per presentare il suo libro, E ho smesso di chiamarti papà, ci ha raccontato quello che è successo dal 2 novembre 2020, giorno in cui sua madre, Gisele Pelicot, le ha confessato gli orrori che aveva subìto per mano del marito.

Husamettin Dogan, uno dei 51 condannati nel primo processo, aveva fatto appello eccependo di non sapere che la donna fosse stata drogata dal marito.

Ma anche se prendesse non cambierebbe nulla, perché Fred Ramsell, neo Premio Nobel per la Medicina, il telefono lo ha anche spento.