Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
A Newark aprirà a breve una sezione della biblioteca con i libri personali di Philip Roth
Tra una copia di Il Processo di Kafka e le antologie storiche sui presidenti americani, nel piano altissimo della libreria di Philip Roth è custodito un volume ancora più prezioso: Incredible iPhone Apps for Dummies. Lo sappiamo perché lo scrittore ha lasciato tutti i libri contenuti negli scaffali del suo appartamento nell’Upper West Side alla biblioteca pubblica di Newark, la città dov’è nato. Oltre 7 mila volumi appartenuti allo scrittore saranno presto consultabili nella nuova sezione “Philip Roth Personal Library”. Forse la scoperta ancora più incredibile sono i ritrovamenti all’interno dei libri: liste della spesa, involucri di caramelle, fiori pressati, stuzzicadenti e altre schifezze che lasciava tra le pagine. «Sono tutte cose che trovi in fondo alla borsa. Roth usava davvero la sua biblioteca, ci viveva dentro», ha risposto una delle curatrici della biblioteca al New York Times.
Dentro ai libri ci sono anche i suoi commenti. Nella sua edizione di un libro di Orwell scrive in copertina che la citazione che hanno usato è “stupida”, e dietro, nella sinossi, a “questo è un romanzo strano”, risponde che «questo non è un romanzo». Poi delle lettere comicissime che scambiava con gli amici; in una consigliava a una ragazza che aveva incontrato al campo estivo i libri da leggere «per diventare un’intellettuale» – tra i consigli c’erano Orwell, Proust e Truman Capote. C’è anche il cappello che ha indossato Saul Bellow, uno dei suoi autori preferiti, quando ha ritirato il Nobel alla letteratura. Tutti questi frammenti ci restituiscono un’immagine di Roth – ora, a tre anni dalla morte, nel mezzo di uno scandalo per via della sua biografia – molto sincera, di un autore che custodisce, tra i suoi libri, le lettere che si scambiava con i suoi scrittori preferiti. Sul sito del Nyt ci sono le foto degli oggetti trovati qua e là nella sua piccola biblioteca. A Newark, in New Jersey, potete invece andarli a vedere tutti molto presto, dal vivo.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.