Hype ↓
14:09 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste)
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Pasolini, Roma / Pt. 2

PPP e la Magnani, PPP e Bertolucci, PPP e il battesimo del cinema al Pigneto. Pasolini e Roma al di là dei luoghi comuni e delle ovvietà, raccontati in una mostra a Palazzo delle Esposizioni.

28 Aprile 2014

La seconda parte di un racconto del rapporto del poeta, regista e scrittore con la sua città. La prima è qui.

*

E alla Magnani in Mamma Roma (1962), nella rassegna cinematografica che affianca la grande mostra a Palazzo delle Esposizioni, PPP le fa fare proprio tutto e non le risparmia niente, le facce e le faccette e la risata ampia e affabile e la mossa, la fa cantare e ballare, e piangere il figlio morto, ubriacare e svenire e urlare, e nella conversazione registrata qui in mostra si capisce che lei si incazza anche perché tutto il suo mestiere verrà fuori naturalmente “fasullo” rispetto alla recitazione spontanea e monosillabica e gutturale dei ragazzi di strada; e quando lui le dice «ridi, Anna!», mentre è a bordo della moto, lei non capisce più se deve essere spontanea come se fosse una vera risata o se deve ridere veramente, e sbrocca, e sembra di essere nel racconto La mia apparizione di David Foster Wallace quando c’è un’attrice che deve andare da David Letterman e le dicono tutti di cercare di sembrare il più sincera possibile.

Naturalmente la Magnani ha ragione perché poi tutto il suo overacting stride e rimane impresso rispetto ai ragazzetti ingessati e stilizzati che si muovono tipo immaginette; è lui stesso a dirlo: «scelgo il modo più rapido e semplice per rappresentare quello che ho scritto nella sceneggiatura». Niente piani sequenza ma «piccoli blocchi visivi giustapposti con ordine, quasi con rozzezza», e lei davanti a tutto questo Bauhaus attoriale e autoriale soccombe; ma PPP forse tenta soprattutto di ammazzarla, psicanaliticamente, questa mamma tanto innamorata del figlio inetto, che porta scientemente alla rovina al netto e come contrappunto della celebre e buonista Supplica a mia madre contenuta in Poesia in forma di rosa (1961-1964).

Anche PPP cambia continuamente casa, e con gli anni lascia sulla carta topografica romana una scia tipo chimica o tipo gps, e parallelamente ai benesseri passa dai quartieri disgraziati alle micro e macroborghesie.

Nella stessa raccolta, anche La ricerca di una casa con le ansie immobiliari e esistenziali del poeta; e Mamma Roma naturalmente è anche la storia di real estate sbagliati: la sora Roma mette via i soldi per cambiare casa e quartiere e far vivere il figlio da signore, tre ingredienti che come insegnerebbe qualunque romanzo anche minore balzachiano invece la perderanno per sempre. Abbandona così un palazzo assiro-babilonese dove conosce tutti, con un suo standing d’epoca, come scriverebbero negli annunci, e tutto un suo stile un po’ tirolese, con portale sovrastato da cervi, a Casal Bertone, e si trasferisce invece in una Ina-Casa al Quadraro, con controsoffitti e tapparelle, tra cementite alluminio anodizzato e nuovi orridi condomini e condòmini, e i lasciti romantici e agresti del parco degli Acquedotti sullo sfondo, dove subito il figlio Ettore socializza con la peggio gioventù.

Anche PPP cambia continuamente casa, e con gli anni lascia sulla carta topografica romana una scia tipo chimica o tipo gps, e parallelamente ai benesseri passa dai quartieri disgraziati alle micro e macroborghesie: prima Monteverde Nuovo, a via Fonteiana 86, poi Monteverde Vecchio, via Giacinto Carini 45, strada di aristocrazie creative e di psicanalisti, e va a abitare nella stessa palazzina del poeta Attilio Bertolucci, e un giorno c’è la famosa scena di Pasolini che non viene fatto accomodare da un Bernardo Bertolucci bambino molto sospettoso circa il tratto poco conforme del Poeta (e lo racconta qui in francese BB in un documentario d’epoca, bellissimo, con una faccetta e dei riccetti da Eliogabalo o imperatore romano ragazzino). Poi BB gli farà d’aiuto regista in Accattone, nel solito coraggioso scatto in avanti di PPP, che, a trentanove anni, mai avuta una macchina da presa in mano, si butta. Scrive in una lettera a Luciano Anceschi: «caro Anceschi, sono completamente preso dalle tecniche narrative per il cinema». «Non avrei mai immaginato che il lavoro della regia fosse così straordinario» scrive in un articolo sul Giorno alla vigilia delle prime riprese. Si gira al Pigneto, che poi (ancora!) diventerà tempio del massimo culto e marketing pasoliniano: «erano giorni stupendi, in cui l’estate ardeva ancora purissima, appena svuotata un po’ dentro, dalla sua furia. Via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa semplicità» scrive ancora PPP. Oggi,  sugli annunci immobiliari, si trova in vendita la palazzina «oggetto del film Accattone» (e più in là, verso la Casilina, si vende invece uno dei villini «dei Cesaroni»).

(II-continua)

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.