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Cosa dicono le prime recensioni di Parthenope di Paolo Sorrentino

Quest’anno Vulture ha inaugurato lo Standing-O-Meter, uno strumento per misurare e registrare la lunghezza delle standing ovation che i film ricevono al termine della loro prima a Cannes. Sappiamo che le standing ovation sono il più indecifrabile e aleatorio dei criteri di valutazione (secondo alcuni, tanti, anche il più inutile), ma finché un film non lo possiamo vedere in sala le uniche cose che restano da fare sono affidarci alle reazioni di quelli che erano presenti alla prima e leggere le recensioni dei critici accreditati. Tutto questo per dire che Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino di cui abbiamo già parlato qui, nella classifica degli applausi si piazza piuttosto in alto. Sotto Emilia Perez The Substance (applauditi rispettivamente per 10 e 11 minuti), al pari con The Apprentice Horizon: An American Saga (9 minuti e mezzo), più di MegalopolisFuriosaOh, Canada Kinds of Kindness.

Il pubblico del Grand Théâtre Lumière sembra aver apprezzato, insomma (e infatti Sorrentino lo ha ringraziato nel suo brevissimo discorso post proiezione, ricordando quando Cannes sia stato importante nella sua carriera e quanto ci tenesse a portare questo «film sulla giovinezza» sulla Croisette). I critici meno: non tutti, non alla stessa maniera, non per le stesse ragioni. Al momento, il più entusiasta del nuovo film di Sorrentino è il critico di Variety Siddhant Adlakha, che nella sua recensione ha definito Parthenope come un film capace di «catturare quella libertà giovanile, estiva, e che non ha paura di affrontare anche le incertezze della vita adulta che si avvicina». Recensioni positive sono anche quelle di The Wrap The Playlist, poi però arriva la lista dei critici che il nuovo film di Sorrentino ha lasciato piuttosto indifferenti.

IndieWire, Telegraph, ScreenDaily dicono tutti più o meno la stessa cosa: Parthenope non è un brutto film di Sorrentino ma è un altro film di Sorrentino, ancora sulla gioventù vissuta e perduta, ancora sulla bellezza e il mistero di Napoli. Una delle recensioni più severe l’ha scritta David Rooney sull’Hollywood Reporter: «C’è molto da apprezzare in questo film. Almeno per un po’. Almeno fino a quando non diventa tutto un po’ troppo e il personaggio al centro della storia smette di essere interessante e si trasforma in una banalissima sirena circondata da un mistero di cui però ci viene detto pochissimo». Per il momento, anche il punteggio racimolato dal film su Metacritic rispecchia queste divisioni: 52, esattamente a metà strada tra un film bello e uno brutto. Adesso non ci resta che vederlo noi stessi: ieri è stato annunciato che Parthenope arriverà nelle sale italiane (per il Nord America già sappiamo che della distribuzione si occuperà A24) in autunno, grazie alla neonata casa di distribuzione PiperFilm.