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In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
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Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.
Dopo i meme, i videogiochi, le carte collezionabili e gli spettacoli a Broadway, adesso l’Italian Brainrot arriva anche nei parchi giochi italiani Da fenomeno più stupido e interessante di internet alla vita vera, al Magicland di Valmontone, in provincia di Roma.
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La prima puntata del podcast di Charlie Kirk dopo la sua morte è stata trasmessa dalla Casa Bianca e l’ha condotta JD Vance Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.

La leggenda dell’Oscar dato per errore a Marisa Tomei e altri sbagli

Non solo La La Land: anche la premiazione del '93 porta con sé una leggenda metropolitana, la più grande della storia di Hollywood.

di Studio
27 Febbraio 2017

Uno degli eventi più discussi della serata degli Oscar 2017 è stato l’annuncio sbagliato del premio per il Miglior film: al momento dell’apertura delle buste, infatti, Warren Beatty e Faye Dunaway hanno proclamato inizialmente vincitore La La Land, anche se il premio spettava, in realtà, a Moonlight. L’errore è stato corretto soltanto dopo qualche minuto, mentre cast e troupe del film sbagliato avevano già iniziato a tenere il loro discorso di ringraziamento. Si è poi scoperto che la causa dell’incidente è stato un banale scambio di buste: nelle mani dei due presentatori era finita quella che conteneva il nome della vincitrice nella categoria Migliore attrice, Emma Stone per La La Land.

Non è la prima volta che un vincitore sbagliato viene tragicamente annunciato in mondovisione: all’edizione di Miss Universo del 2015, infatti, è stata incoronata vincitrice la colombiana Ariadna Gutierrez: la ragazza s’è commossa, ha indossato la fascia e la corona, baciato la rivale che credeva sconfitta e salutato la folla festante come da copione; senonché, dopo circa un minuto, uno dei presentatori, il comico Steve Harvey, è salito sul palco per scusarsi dicendo: c’è stato un errore, la vera vincitrice è Pia Alonzo Wurtzback, delle Filippine. In quel caso, nessuna busta scambiata: il presentatore avrebbe poi spiegato di essersi confuso, leggendo il nome della seconda classificata come fosse quello della prima. In compenso la reginetta incoronata per errore avrebbe poi raccontato che i pochi minuti in cui ha indossato la corona di Miss Universo sarebbero rimasti «i più belli della mia vita», per quanto si fosse poi sentita «malissmo, umiliata». All’indomani degli Academy Award, in molti hanno fatto notare l’analogia tra l’incidente durante la premiazione del miglior film e quello di Miss Universo. Ci ha scherzato su anche lo stesso concorso di bellezza, twittando: «Chiamateci, noi sappiamo come gestire la cosa».

The Dinner For Equality Co-Hosted By Patricia Arquette And Marc Benioff

Non esistono precedenti analoghi nella storia dei premi Oscar, che sono andati avanti per 88 anni senza errori, fino all’edizione di ieri notte. L’unico caso di sbaglio di cui si era parlato in passato riguarda la premiazione di Marisa Tomei nel 1993: l’attrice aveva ricevuto la statuetta di migliore attrice non protagonista per il suo ruolo nel film Mio cugino Vincenzo, tuttavia Hollywood Reporter ed Entertainment Weekly avevano riportato alcnui pettegolezzi secondo cui l’annuncio sarebbe stato sbagliato, ma l’Academy avrebbe incredibilmente deciso di lasciare correre per evitare figuracce. La colpa, in base a questa teoria, sarebbe stata del presentatore, che avrebbe letto male dal gobbo. Le insinuazioni furono smontate, tuttavia la vulgata secondo cui Marisa Tomei avrebbe vinto un Oscar per sbaglio è sopravvissuta come leggenda metropolitana fino ai giorni nostri, tanto che Gawker ci ha dedicato un approfondimento un paio di anni fa.

Hollywood Reporter aveva riportato il rumor attribuendolo, pilatescamente, a «l’ex genero di un noto attore premio Oscar», salvo poi aggiungere che si trattava probabilmente di una semplice maldicenza. Nonostante fosse presentata come un semplice pettegolezzo, tuttavia, la “notizia” del premio assegnato per sbaglio finì per rimbalzare, al punto da diventare «la più grande teoria complottista su Hollywood dell’era pre-Internet», come la definisce Gawker. Probabilmente, nota la testata, la bufala era resa più credibile dal fatto che il presentatore in questione era l’ultra-settantenne Jack Palance (attore morto nel 2006 e noto soprattutto per i ruoli da non protagonista in vecchi film western) che era stato particolarmente impacciato durante la cerimonia: pensare a un errore, dunque, non era poi così implausibile.

Ironia della sorte, in questi giorni la storia ha ispirato un preveggente articolo di Matthew Jacobs sull’Huffington Post. Pochi giorni prima della cerimonia, infatti, Jacobs ha provato a domandarsi, partendo proprio dal caso Tomei, che cosa sarebbe potuto succedere nel caso di un annuncio sbagliato agli Oscar. «Non c’è alcuna ragione di credere che Tomei non sia stata la vera vincitrice, tuttavia si tratta di uno spunto per una domanda: cosa succederebbe se un vincitore sbagliato fosse annunciato in diretta?», si è domandato il giornalista, pensando di ragionare per assurdo. Dopo avere parlato con PricewaterhouseCoopers, la società che gestisce l’evento, Jacobs ha scoperto che esiste «un protocollo specifico per l’evenienza»: fino al momento della premiazione, infatti, soltanto due persone sono a conoscenza della lista dei vincitori: Brian Cullinan e Martha Ruiz, che sono responsabili del conteggio dei voti. Per tutta la durata della cerimonia, i due restano vicino al palco e controllano che i nomi annunciati siano quelli corretti. Nel caso di un errore, il protocollo prevede di segnalarlo in tempo reale e correggerlo in diretta, com’è successo ieri.

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