Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla
Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
L’immagine scelta dall’Onu nel suo report per descrivere la situazione a Gaza è quella di un «abisso scavato dall’uomo». Una descrizione riportata anche dal Guardian che evoca più della distruzione di un intero Paese. Quello descritto è un luogo vicinissimo al superamento del punto di non ritorno, un pezzo di mondo che non sarà facile né economico né veloce ricostruire. Il nuovo rapporto, presentato nelle scorse ore a New York, sulla situazione di Gaza, infatti, stima la cifra minima che sarà necessaria per la ricostruzione dei territori palestinesi: ci vorranno almeno 70 miliardi di dollari. La valutazione è stata fatta osservando la distruzione dei territori palestinesi attraverso le immagini satellitari, le mappe aeree e i grafici elaborati per ogni singola zona.
A livello di tempistiche, invece, anche non considerando i problemi di accesso ai territori che si continuano a registrare, si parla di un processo lunghissimo. Per togliere di mezzo le macerie, demolire gli edifici pericolanti e rimettere in piedi le abitazioni decenni. D’altronde bisogna ricostruire un’intera regione che al momento è priva di ogni infrastruttura indispensabile: la rete idrica è al collasso, scuole e ospedali non sono più utilizzabili. Il rapporto delle Nazioni Unite parla apertamente di un abisso creato dall’uomo, esponendo le responsabilità politiche, militari e diplomatiche di questa distruzione. Senza dimenticare che a venire distrutto è stato anche il tessuto sociale e la vita quotidiana dei palestinesi. Il crollo dell’economia, la morte di decine di migliaia di civili e la carestia rendono ovviamente ancora più difficile una ricostruzione .
In America, Ben Shapiro, Candace Owens, il defunto Charlie Kirk e Nick Fuentes puntano (e riescono) a farsi ascoltare dal Presidente. In Italia, l'obiettivo è ancora l'ospitata in tv, l'articolo sul giornale, magari scrivere un libro.
Il prossimo Presidente del Cile sarà uno tra José Antonio Kast, candidato molto di destra del Partito repubblicano, e Jeannette Jara del Partido Comunista de Chile.