Hype ↓
03:48 martedì 4 novembre 2025
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.
Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.

Una top manager di Nike si è dimessa perché il figlio era un reseller

03 Marzo 2021

Per la serie figli che imbarazzano i genitori, una top manager di Nike è finita nei guai a causa del “side business” gestito dal figlio. Ann Hebert, General Manager per il Nord America di Nike, si è infatti dimessa dopo l’uscita di un articolo di Bloomberg che riportava come il figlio utilizzasse la carta di credito della madre per acquistare scarpe e poi rivenderle online. Nike ha difeso la condotta della signora Hebert, dichiarando che lei stessa avrebbe notificato all’azienda la condotta del figlio già nel 2018. Il diciannovenne Joe aveva costruito uno schema niente male, facendo leva sulla popolarità raggiunta negli ultimi anni dai siti che rivendono sneaker: lo sciagurato ragazzo, infatti, scremava gli e-commerce utilizzando dei bot che gli permettevano di raggirare i sistemi che regolano gli acquisti online, accaparrandosi così scarpe in edizione limitata che potevano valere diverse migliaia di euro. La sua azienda si chiama West Coast Streetwear e, almeno su Instagram, non ha mai fatto mistero delle sue attività. A Bloomberg, Joe ha detto di non aver mai ricevuto informazioni aziendali da sua madre, che ha lavorato per Nike per più di 25 anni.

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Con l’aumentare del successo e dell’influenza dallo streetwear, la questione del “reselling” è diventata sempre più centrale per i marchi, che da una parte beneficiano dell’interesse e del fanatismo da collezionisti che si crea intorno ai loro prodotti, dall’altra non hanno ancora trovato la formula giusta per entrare nel mercato e non farsi sopraffare dal fenomeno. Il caso di Nike è emblematico: la signora Herbert, infatti, aveva supervisionato l’app SNKRS, tramite cui avvengono i lanci di prodotti speciali, la stessa che il figlio, e molti altri, aveva facilmente raggirato. Alcuni analisti hanno detto alla Bbc che una società come Nike ha le forze e la tecnologia per superare questo tipo di inconvenienti, ma molto probabilmente, almeno per ora, ha deciso di non farlo perché il ritorno in “hype” è ancora forte. Considerando l’interesse sempre maggiore dei grandi gruppi nelle piattaforme di reselling (è recente l’investimento di Kering in Vestiaire Collective), è legittimo supporre che non resterà così molto a lungo.

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