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15:20 sabato 13 settembre 2025
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.

I newyorchesi non hanno preso bene il redesign dello storico logo della città

21 Marzo 2023

Nel 1977 il designer Milton Glaser prendeva in mano un pastello e scarabocchiava su un pezzetto di carta uno dei simboli più noti del Novecento: quello della città di New York, il famosissimo I❤️NY, con lettere nere e cuore rosso su sfondo bianco distribuite su due righe, nella prima la “I” e il cuore, nella seconda l’acronimo di New York. All’epoca, Glaser lavorava per un’agenzia pubblicitaria che era appena stata incaricata dal Department of Commerce dello Stato di New York di trovare un modo per risollevare lo spirito dei newyorchesi e di ripulire l’immagine di una città piagata da rischi di bancarotta e criminalità endemica. L’idea di Glaser fu un successo, il suo logo divenne prima simbolo e poi icona, ancora oggi uno dei design più riprodotti, acquistati, imitati e rubati della storia.

Ora New York ha deciso di dare una rinfrescata al suo amatissimo simbolo e lunedì ha dunque presentato il nuovo logo della città. Un gruppo di imprese riunitosi sotto il vessillo di Partnership for New York, infatti, ha svelato al mondo una campagna di comunicazione che dovrebbe fare per questa New York, ancora sofferente a causa delle conseguenze del Covid e teatro di una delle peggiori crisi abitative del mondo, quello che il disegno di Glaser fece per la città di fine anni Settanta. L’unica differenza, a distanza di più di quarant’anni tra un logo e l’altro: quello nuovo è stato accolto in maniera tutt’altro che entusiastica. Come ha scritto Matt Stieb si Intelligencer, «il nuovo logo di New York fa abbastanza schifo».

Graham Clifford, il designer che ha supervisionato la realizzazione del nuovo simbolo, ha spiegato in un’intervista al New York Times che l’intenzione dei committenti era rispettare il logo originale ma allo stesso tempo «andare in una nuova direzione». Lo si capisce dal nuovo cuore rosso inserito nel disegno: è quello delle emoji, un segno che tutti gli abitanti della Terra ormai riconoscono immediatamente. Ma questo non è l’unico “aggiustamento” apportato al lavoro di Glaser: anche il font è stato cambiato, per renderlo più simile a quello in uso sulla segnaletica della metropolitana (l’Helvetica), e all’individualistico pronome I si è preferito il collettivo We. Fin qui, in realtà, tutto bene, niente di sbagliato o sgradevole. Il problema sta nella disposizione decisa per gli elementi che compongono il design e nel “sovradimensionamento” del cuore rispetto alla lettera “I” e all’acronimo “NY”: d’istinto, viene da leggere il nuovo logo come WE NYC ❤️ e non WE ❤️ NYC. In molti, sui social, hanno fatto l’accoglienxa negativa che WE NYC ❤️/WE ❤️ NYC sta ricevendo. Che è un fatto abbastanza ironico, considerando che la Ceo di Partnership for New York, Kathryn Wylde, aveva detto che il principale obiettivo della campagna è di guarire i newyorchesi dalla negatività che sembra averli attanagliati negli ultimi anni.

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