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Il ministero della Giustizia americano ha fatto prima sparire e poi ricomparire una foto di Trump con Epstein Il Department of Justice sostiene che tutto è stato fatto per «proteggere delle potenziali vittime di Epstein» ritratte nella foto.
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.

Netflix ha stravinto superando tutte le altre case di produzione

26 Aprile 2021

Più candidature e più vittorie di qualsiasi altra casa di produzione cinematografica: Netflix è stata la vera vincitrice degli Oscar. La piattaforma streaming, ora lanciatissima nella produzione di film originali, ha portato a casa sette statuette d’oro, superando colossi come Warner Bros. e la Sony Pictures. Secondo Variety, «il bottino di quest’anno di Netflix riflette lo sforzo studiato della piattaforma globale, sotto la guida del grande capo dei film Scott Stuber (che si è unito nel 2017), non solo di aumentare il quantitativo di film originali, ma di produrre pellicole di prestigio che concorrano ai premi».

Gary Oldman in Mank, courtesy of Netflix

Netflix si presentava già bene con Mank, il film in bianco e nero sulla vecchia Hollywood che ha ricevuto più candidature alla serata (dieci) anche se alla fine di statuette ne ha vinte solo due: Migliore fotografia e scenografia. Poi c’era Ma Rainey’s Black Bottom, con Viola Davis e Chadwick Boseman, l’attore scomparso quest’anno sul quale i produttori scommettevano per la vittoria postuma come Migliore attore protagonista, e Il processo ai Chicago 7 che nonostante fosse candidato come Miglior film non ha incassato nessuna vittoria. Ha vinto come Migliore Documentario My Octopus Teacher, la storia di un’amicizia tra un uomo e una mamma polpo. Anche nelle categorie dei cortometraggi hanno stravinto le produzioni Netflix, Two Distant Strangers e If Anything Happens I Love You, il primo sulla violenza delle forze dell’ordine su cittadini neri e l’altro sulla morte di una bambina in una sparatoria a scuola.

Dopo Netflix la casa di produzione con più candidature è stata la Disney: cinque premi tra cui Nomadland, Miglior film, e Soul, Migliore film d’animazione. Anche Amazon Studio si è piazzata bene col suo Sound of Metal che ha vinto due statuette, sempre a dimostrazione della veloce e importante legittimazione delle piattaforme streaming come vere e proprie case di produzione.

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