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Il nuovo regolamento per la tutela dei minori online in Regno Unito ha bloccato i post sulla guerra in Ucraina e Gaza Sono stati tra i primi contenuti online a essere oscurati dalle nuove regolamentazioni inglesi, prima di pornografia e video violenti.
L’assessore ai grandi eventi del comune di Roma sta facendo di tutto per portare gli Oasis in città Anche se al momento la reunion dei fratelli Gallagher non prevede l'Italia, Roma si è già fatta avanti con insistenza. 
La campagna pubblicitaria di Sydney Sweeney per American Eagle è sempre più un caso politico Dopo le polemiche sullo slogan scelto per accompagnare le foto a difendere l’attrice è intervenuta anche la Casa Bianca.
È morto Robert Wilson, il regista che inventò l’opera teatrale totale Con spettacoli come Einstein on the Beach portò musica, videoinstallazioni e l’interdisciplinarietà a teatro, modernizzandone il linguaggio.
Dopo otto anni di studio non stop, la Lofi Girl si è finalmente diplomata Il volto dell’amatissimo canale YouTube ha mostrato il diploma su TikTok, dopo aver tenuto compagnia a milioni di studenti e lavoratori.
In Nepal oltre il 70 per cento delle auto vendute è elettrico In soli cinque anni il tasso di auto elettriche in circolazione nel paese ha raggiunto quello di Norvegia e Singapore. 
Hollywood sembra intenzionata a dare un sequel a tutte le commedie romantiche degli ultimi trent’anni Mentre si gira "Il diavolo veste Prada 2" sono stati annunciati i ritorni di "Il matrimonio del mio migliore amico" e "Sognando Beckham".
A Newton, in Massachusetts, i residenti stanno protestando perché è stata rimossa la bandiera italiana dipinta su una strada La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.

Perché per secoli sia gli ebrei che gli antisemiti hanno creduto al mito del naso ebreo

26 Febbraio 2019

«Non esiste una cosa come il “naso ebreo”. Esistono gli ebrei e hanno il naso, proprio come quasi tutti gli altri. I loro nasi non sono in alcun modo notevoli o significativamente diversi da quelli della popolazione generale. Il naso ebreo grande (spesso aquilino, spesso grottesco, generalmente ripugnante e molto caricaturale) è un mito», così si apre un articolo recentemente pubblicato da Tablet, in cui la giornalista, storica e “theorist of the face and body” Sharrona Pearl analizza il falso mito del naso ebreo.

«Non ho nulla contro i nasi grandi», sottolinea l’autrice. Quello che scrive è semplicemente il risultato dei suoi studi di storia della fisiognomica, una ricerca che sottolinea come la connessione immaginata tra le caratteristiche facciali e il carattere interno, e il nostro impegno verso quella connessione influisca sul modo in cui giudichiamo le persone. Attraenti o no, i grandi nasi non sono mia stati una caratteristica particolare della comunità ebrea. «Eppure», nota Pearl, « noi per primi, come comunità, abbiamo totalmente interiorizzato questa narrativa inventata, tanto da immaginarla come una peculiarità distintiva delle nostre caratteristiche fisiche, incorporandola nella nostra più ampia identità culturale». Spesso gli ebrei hanno utilizzato questa caratteristica come un modo per rivendicare la loro identità e rendere pubblico e visibile il loro status di minoranza. Dall’altra parte, la falsa caratteristica è stata spesso usata dai non-ebrei per caratterizzare, deridere o umiliare gli ebrei, dallo Shylock di Shakespeare alla propaganda nazista. 

Il famoso naso ebreo, quindi, non esiste, e i dati lo dimostrano. Nel 1911, l’antropologo Maurice Fishberg misurò 4000 nasi ebrei a New York e non rilevò alcuna differenza significativa in termini di dimensioni con il resto della popolazione. Ricerche più recenti sui nasi mostrano che se alcuni geni che controllano la forma e la punta del naso siano effettivamente influenzati dall’origine geografica, nessuno di questi (pensa un po’) è influenzato dalla religione. 

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