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21:33 venerdì 31 ottobre 2025
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31 Ottobre 2025

È costato ben un miliardo di dollari negli oltre trent’anni necessari a definire il progetto e costruirlo: da domani il Grand Egyptian Museum aprirà i battenti a Giza, all’ombra delle tre celebri piramidi, l’unica meraviglia del mondo antico sopravvissuta fino ai giorni nostri. Il sito archeologico più grande al mondo così diventerà, se possibile, ancora più grande, fornendo ai visitatori la possibilità di visitare il polo museale più grande al mondo dedicato a una singola civiltà. I numeri riportanti dal Guardian riguardanti la struttura danno un’idea precisa dell’enormità del progetto: oltre quattrocentosettantamila metri quadri di spazi espositivi per una collezione di cinquantamila reperti provenenti dal vecchio museo del Cairo, da varie esposizioni della capitale e dell’intero paese, con tanto di spazi dedicati a mostre temporanee e un percorso per i più piccoli. 

Tra reperti più impressionanti ci sono una statua di oltre ottantatré tonnellate del faraone Ramesses II risalente a oltre tremila anni fa e i resti della barca reale del faraone Khulu, che di anni ne ha quattromilacinquecento. Tra i reperti della collezione permanente faranno qui il loro debutto anche recenti ritrovamenti del sito di Saqqara.  L’obiettivo del – è proprio il caso di dirlo – faraonico progetto è quello di far ripartire il turismo della seconda meta turistica più gettonata dell’intero continente africano, che tra primavere arabe e pandemia da oltre un decennio vive una profonda flessione di presenze. Pensato per la Gen Z (meno cartellini informativi, più realtà virtuale) e posizionato strategicamente di fronte alle piramidi, il museo punta ad attrarre ogni giorno tra i quindicimila e i ventimila visitatori. 

Una parte del museo è in realtà già visitabile da qualche mese ma domani, dopo l’inaugurazione, sarà possibile esplorarlo nella sua interezza. Un traguardo inseguito ormai da anni e slittato per tanti problemi organizzativi e per la situazione geopolitica regionale: nell’ultimo biennio l’inaugurazione è stata messa in standby per i timori inerenti il conflitto israelo-palestinese. 

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