Ostaggi, kalashnikov, lanciarazzi ed escursioni, tutto per invitare i turisti a considerare l'Afghanistan per la loro vacanza avventurosa.
Nel suo primo viaggio diplomatico all’estero, il ministro degli Esteri afghano ha dovuto affrontare un grosso problema: le giornaliste
Ospite in India, Amir Khan Muttaqi ha cercato in tutti i modi di evitare di rispondere alle domande delle giornaliste, escludendole anche dalle conferenze stampa.

In visita di stato in India, il ministro degli Esteri afghano Amir Khan Muttaqi ha dovuto tenere due conferenze stampa nel giro di quarantott’ore nell’ambasciata afghana a Nuova Deli. Il motivo? Alla prima non erano stata invitata nessuna giornalista. Questa esclusione ha ovviamente indignato l’opinione pubblica indiana e internazionale, costringendo il governo dei Talebani a indire un’altra conferenza stampa “riparatrice” con tutte le giornaliste in prima fila ad ascoltare le parole del ministro. Muttaqi ha spiegato l’accaduto dicendo che si è trattato di un semplice errore, fatto in buona fede, causato dalla fretta con cui è stato organizzato il tutto: l’invito alla prima conferenza stampa sarebbe stato spedito a una mailing list incompleta in cui erano compresi solo giornalisti maschi.
Ovviamente, sono (siamo) tutti molto diffidenti rispetto a questa versione dei fatti. Anche perché, come riporta Bbc, c’è stato anche un membro del governo afghano che ha ammesso che quella di non invitare giornaliste alla conferenza stampa non è stato affatto un errore ma una scelta precisa e ponderata. Le conferenze stampa di Muttaqi hanno messo in imbarazzo anche il governo indiano, uno dei pochi al mondo che hanno mantenuto dei rapporti diplomatici – anche se ridotti al minimo – con l’Afghanistan dopo che i Talebani hanno ripreso il potere. Per cavarsi dall’impiccio, il ministero degli Esteri indiano si è limitato a dire di non essere stato coinvolto in nessun modo nell’organizzazione della conferenza stampa, né della prima né della seconda.
In ogni caso, alla fine la conferenza stampa riparatrice c’è stata e Muttaqi ha dovuto rispondere a domande alle quali evidentemente non è abituato a rispondere. Domande sul perché nel precedente incontro con la stampa le giornaliste erano state escluse, ma soprattutto sullo stato di gender apartheid, come lo ha definito l’Onu, in cui sono costrette a vivere le donne afghane. Muttaqi ha sostenuto che in Afghanistan «abbiamo dieci milioni di studenti che frequentano scuole e istituti, comprese 2,8 milioni di donne e ragazze. […] Delle limitazioni ci sono, ma non abbiamo mai dichiarato haram (proibito dalla sharia, ndr) l’istruzione delle donne, ne abbiamo solo rimandato l’implementazione». A queste dichiarazioni sono seguite parecchie, dure domande delle giornaliste in sala. Alle quali Muttaqi è riuscito a rispondere poco e male, evidentemente per scarda abitudine.

Il ministro è l'unico che in quelle immagini ha visto un «segno di riconoscenza e gratitudine nei confronti di quello che ha fatto e farà l’Italia».